Rimini, il Teatro Galli e lo storico sipario da restaurare: “Servono mecenati e 320mila euro”
Lo storico sipario del 1857 «rinchiuso in una cassa all’interno del museo comunale». Il busto di marmo del Poletti «anch’esso rinchiusa in una cassa».
E l’antico pianoforte utilizzato da Giuseppe Verdi in occasione dell’inaugurazione del teatro «oggi di proprietà di un noto collezionista».
Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Gioenzo Renzi, con un’interrogazione in Consiglio comunale, solleva il caso di alcuni reperti antichi e ormai dimenticati del “Galli” chiedendone il «restauro e la conseguente ricollocazione all’interno del Massimo cittadino», come nel caso del sipario (20 metri per 11) e del busto del Poletti e «l’acquisto e successiva restituzione alla città» come col pianoforte di Verdi.
Aperti alle donazioni
Un intervento con tanto di sollecito a ricorrere al progetto Art Bonus che affiderebbe ai privati il finanziamento dei lavori, che spinge l’assessore alla Cultura, Michele Lari, ad intervenire: «Per quanto riguarda il sipario, la possibilità di ricorrere all’Art Bonus rimane attiva, ma al momento le donazioni non sono sufficienti a coprire i 320.000 euro di spesa previsti».
Da qui l’appello ad imprenditori di buona volontà. «Siamo aperti a interessamenti di mecenati e continueremo a monitorare ogni possibilità di finanziamento per rendere possibile il restauro dell’antico sipario».
«Ci tengo, però, a precisare – puntualizza l’assessore - che il sipario è custodito nell’ala nuova del Museo della Città, in una sede sicura e climatizzata e che dispone di un sistema di controllo passivo dei parametri ambientali che ne garantisce una conservazione ottimale».
Il busto di Poletti
Capitolo sipario chiuso, Lari entra nel merito del busto di Poletti: «In questo caso bisogna approfondire i dettagli relativi a tempi, ai costi e alla modalità di collocazione del busto all’interno del teatro Galli. Sarà necessario anche un ulteriore confronto con la Soprintendenza per garantire che la sistemazione sia rispettosa dell’estetica del Massimo e per aggiornarsi sul costo». Per poi chiudere col pianoforte usato da Verdi durante l’inaugurazione del Galli (1857). «Già nel 2015, in occasione dell’evento ‘Verdi nell’aria’ e del ritorno dell’Aroldo al Galli – chiosa l’assessore -, abbiamo valorizzato il legame tra il grande compositore e la nostra città. E’ evidente, però, che trasformare questa suggestione in un progetto concreto richiede un impegno significativo in termini di risorse economiche, logistiche e organizzative».
© RIPRODUZIONE RISERVATA