Rimini. Il polo avicolo in Valmarecchia si restringe, ma per gli ambientalisti non basta
Polo avicolo, Fileni fa dietrofront. Un capannone tagliato e quasi 14mila polli in meno. Ma gli attivisti protestano: «Taglio irrisorio». La società agricola Fileni ha presentato alla Regione-Emilia-Romagna una relazione integrativa al progetto di variante per il maxi allevamento di polli in costruzione alla Cavallara di Maiolo. Il documento integra lo studio di inserimento paesaggistico finito sotto la lente durante lacConferenza dei servizi del 4 marzo 2022.
I dettagli
Le modifiche introdotte riguardano in particolare:l’eliminazione di un capannone con conseguente diminuzione del numero dei capi allevati e la riduzione in altezza dei silos.
Modifiche, queste, che avrebbero «carattere migliorativo rispetto all’impatto visivo» garantendo inoltre una migliore manovrabilità dei mezzi grazie a una nuova viabilità e una riduzione del consumo di suolo, oltre al miglioramento della biosicurezza.
Dati alla mano il progetto, oltre alla riduzione dei polli da 217.600 a 204mila per ciclo, prevede una sforbiciata al consumo di energia (-6,3%) e a impatto acustico, emissioni di ammoniaca (-6,3%), polveri e odori (- 6%), traffico veicolare, consumo di suolo (-10,8%), della superficie coperta e di quella impermeabile (-11%) e di conseguenza un pari aumento della superficie permeabile dell’area per la quasi totalità riportata a verde.
Sottoposto il progetto alla Regione, da viale Aldo Moro la valutazione è che gli interventi «non necessitino di essere sottoposti a verifica di assoggettabilità a Valutazione di impatto ambientale in ragione di presumibile assenza di impatti ambientali significativi e negativi».
Il commento
Dal comitato Per la Valmarecchia commentano così il cambio di passo. «Eliminare un capannone su 16 è una percentuale irrisoria. La diminuzione di emissioni di metano e ammoniaca non è comunque nella misura di chi auspicava quota zero. Detto questo, chi abitava vicino al precedente allevamento intensivo conosce bene lo stigma che graverà su ognuno». Poi l’affondo: «Come avevamo denunciato di recente, era chiaro che ci fossero dei problemi al cantiere. Forse la richiesta di variante evidenzia che queste criticità di carattere strutturale sono significative. Il che - rimarcano dal gruppo - conferma il fatto che le istituzioni che hanno partecipato all’iter autorizzativo l’hanno fatto con una certa leggerezza accogliendo come un’opportunità l’arrivo di un investimento importante ma senza valutarne in modo adeguato - concludono - i rischi connessi».