Rimini. Il medico dell’Ausl: “Bambini ossessionati dalla cosmesi si affidano a baby influencer”
«Ossessione per l’aspetto: ascoltate i vostri figli ma imparate a dire qualche “no”». Nella nostra società la gara per diventare perfetti, soprattutto a livello estetico, inizia da giovanissimi, ma quali sono le conseguenze future? Lo chiediamo al dottor Francesco Sartini, direttore del dipartimento di Salute mentale e dipendenze patologiche Rimini. «La percezione della bellezza all’interno della società può essere definita fluida, - premette - in quanto risente di pratiche culturali e interazioni sociali che cambiano nel tempo, come succede nell’esposizione ai social media. Che hanno aumentato in modo significativo l’attenzione ossessiva all’apparenza e alla ricerca di difetti nella propria immagine. Recenti studi hanno dimostrato che portano a sviluppare ideali irrealistici, con un impatto negativo sull’autostima e sulla propria immagine, percepita come difettosa, da correggere e da coprire. A ciò si associa un aumento di disturbi dismorfofobici, oltre che ansia, depressione e disturbi legati all’alimentazione».
Un fenomeno segnalato di recente?
«La cosiddetta “cosmeticoressia”. Un numero crescente di bambini ricorre all’uso di creme e prodotti di skincare non adatti alla propria pelle delicata, ma proposti dai baby influencer sui social. Se non viene educato ad elaborare le immagini che vede, qualsiasi bambino interiorizza informazioni senza saperle decodificare. Il che lo rende passivo nel subire tale influenze, per lo più negative».
Come aiutare un figlio adolescente?
«Difficilmente un adolescente che si guarda allo specchio sarà soddisfatto da ciò che vede. La finta perfezione ostentata sui social aumenta il peso delle aspettative e alimenta diverse problematiche a livello psicologico. Ad esempio intacca uno sviluppo sano e armonioso dell’autostima e dell’autoefficacia, alimenta sentimenti di frustrazione e scarsa tolleranza. Così si tende a valorizzare ed accettare sempre meno la propria unicità e si è spinti a un pericoloso conformismo».
Molti si fanno regalare interventi di chirurgia estetica, che ne pensa?
«Di recente la società italiana di medicina estetica ha lanciato un allarme: un numero crescente di giovanissimi desidera sottoporsi a pratiche di medicina estetica. L’erronea percezione della realtà si accompagna ad una mancata percezione del rischio. È cronaca di questi giorni la morte di una ragazza a seguito di un intervento chirurgico al naso: aveva scelto la clinica solo basandosi su informazioni ottenute da Tiktok».
Cosa può fare un genitore per insegnare l’accettazione di sé?
«È fondamentale mantenere un atteggiamento di ascolto nei confronti dei figli, farli sentire compresi e non giudicati. Bisogna accogliere le loro preoccupazioni senza sminuirle e aiutarli a capire quando si stanno angosciando troppo. Prestare attenzione a ciò che si nasconde dietro una richiesta è altrettanto importante, avendo chiaro che nel periodo pre-adolescenziale e adolescenziale non si è ancora completato il processo di maturazione che porterebbe a accettare la propria immagine così com’è».
Un consiglio?
«Raccontate qualche episodio personale e le difficoltà vissute durante la vostra adolescenza. Meglio evitare, invece, i confronti con gli altri ragazzi, perché si rinforza l’attenzione sull’esteriorità o su singole parti del corpo, favorendo un senso di competizione e/o inadeguatezza».
Molti genitori, a detta degli esperti, sono eterni adolescenti. Se è così, che sensazioni trasmettono ai figli?
«Se nelle generazioni precedenti è stato scardinato l’autoritarismo dei genitori, in questa osserviamo invece la paura di essere autorevoli, di assumersi la responsabilità di porre dei limiti, di dire “no”. Ma i bambini ne hanno bisogno per sviluppare un sé armonico, per poi divenire adolescenti e mettere tali certezze in una fisiologica discussione. Essere autorevoli non significa abbandonare un atteggiamento di ascolto e vicinanza, ma favorire un senso di sicurezza».