Rimini. “I miei genitori aggrediti e rapinati in casa, una notte da incubo. Ora si faccia chiarezza”

E’ la mattina del 23 gennaio 2023, in una villetta di una frazione dell’entroterra riminese una figlia chiama a gran voce i genitori, Paolo Calcagnini e Alida Galvani, il loro cellulare suona a vuoto da ore.
Paola Calcagnini torna con la mente a quel giorno, impresso indelebilmente nella sua memoria, esternando la sua convinzione: «Quella dei miei genitori non è stata una caduta accidentale ma una brutale aggressione a scopo di rapina. Chiediamo agli inquirenti un supplemento di indagini che possa far luce su quanto accaduto quella notte da incubo».
Dottoressa Calcagnini ci può raccontare cosa è accaduto?
«Arrivo trafelata a casa dei miei, contrariamente alle abitudini concordate con la persona che li aiutava nelle incombenze quotidiane la porta dell’abitazione non era chiusa ma accostata. Ciò che si presenta davanti ai miei occhi è a dir poco drammatico: sangue sulle pareti e sul pavimento, soggiorno completamente a soqquadro, mobili pesanti spostati, cellulare, quadri e lampade a terra e insanguinati, il ponte dentale di mio padre sul pavimento, l’impianto elettrico staccato e la cassaforte aperta. Nel buio guidata solo dalla torcia del cellulare seguo la voce flebile di mio padre. Lo trovo. Non dimenticherò mai il suo sguardo: disteso nel pianerottolo delle scale completamente nudo per terra in una pozza di sangue, con ferite profonde alla testa e lividi sul corpo. Era in evidente stato confusionale, chiedeva ripetutamente di essere portato a casa ma era già a casa sua. Sottolineo che mio padre prima dell’incidente era in buona salute, guidava la sua auto e accudiva mia madre, affetta da demenza. Era stato dichiarato dal Tribunale suo amministratore di sostegno».
E sua madre?
«Ho chiamato i soccorsi mentre non avevo ancora trovato mia madre, individuata poco dopo a terra nel garage con polso sinistro fratturato e gonfio, con vistose ecchimosi sul volto. Il personale medico intervenuto ha poi attivato una seconda ambulanza. I miei genitori prima dell’accaduto andavano a far spesa insieme nel negozio vicino a casa mano nella mano, è così che li ricordano i loro vicini».
Una notte che ha cambiato per sempre le vostre vite.
«Un incubo vero e proprio. Nei mesi seguenti ho seguito entrambi nei loro lunghi e complicati ricoveri ospedalieri, dopo quella notte non sono più stati gli stessi. Una volta tornati a casa mio padre non era più autosufficiente: faticava a parlare e a ragionare e mia mamma non ha più camminato, da allora si muove in carrozzina. Non è stato facile per me e per la mia famiglia superare quanto accaduto, provando a conciliare salute, lavoro, emozioni, mi sono trovata ad essere timone, ancora e mare aperto. Ma non era ancora tutto».
Si spieghi meglio.
«Tre mesi dopo il fatto, a fine aprile abbiamo realizzato degli ammanchi fraudolenti in banca e in posta, tanto da azzerare entrambi i conti dei miei genitori. Una vera e propria doccia fredda. E il giorno dopo la scoperta mio padre è morto. Un dolore immenso mescolato a delusione e rabbia, così grande da non poterlo imprigionare in un nome, è stato aggredito e derubato, la mia famiglia è stata irrimediabilmente spezzata. Se ci ripenso lo stesso dolore lancinante mi opprime il petto».
Dal punto di vista legale qual è oggi la situazione?
«I miei legali, gli avvocati Francesca Gorini del Foro di Rimini e Michele Vaira del Foro di Foggia, hanno nominato quali consulenti di parte, Luciano Garofano, già comandante del RIS di Parma e Pierpaolo Balli e Maurizio Saliva, entrambi medici legali, i quali, all’esito degli accertamenti scientifici e medico legali, hanno concordemente ritenuto che i miei genitori siano stati vittime di una brutale aggressione e che, soprattutto, le lesioni riportate non erano in alcun modo riconducibili a cadute accidentali, come sostenuto dagli inquirenti. Per tali motivi hanno ritenuto di presentare opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura, al fine di eseguire ulteriori indagini circa la ricostruzione degli eventi, anche e soprattutto alla luce del fatto che con le carte di credito sottratte dall’abitazione dei miei genitori sono stati prelevati circa cinquantamila euro dai loro conti correnti».
Lei e la sua famiglia cosa chiedete?
«Le indagini sono andate avanti relativamente al furto, ad aprile avrà inizio il processo per furto aggravato e indebito utilizzo carte di credito contro i presunti responsabili mentre come ho già detto è stata archiviata l’aggressione, sostenendo che i miei genitori sono caduti, sebbene siano stati ritrovati a terra agonizzanti in due piani diversi della casa. Auspichiamo un supplemento di indagini per collegare l’aggressione subita da mio padre e mia madre alla rapina. I miei genitori mi hanno insegnato a credere fermamente nella giustizia e vorrei continuare a farlo, come famiglia per quanto non sia facile non intendiamo lasciarci sopraffare dal dolore e dalla delusione. Andremo avanti».