Rimini. I commercianti: “Saldi inutili e vendite ancora in calo, meglio posticiparli”

Rimini

«Anacronistici, obsoleti, inutili. E per questo da cambiare». I negozianti non apprezzano più i saldi, formula commerciale nata per rilanciare le vendite post natalizie e liberare dal magazzino i capi d’abbigliamento invenduti. E ne chiedono la totale “riscrittura”.

Sottolinea Gianmaria Zanzini, presidente regionale Federmoda-Confcommercio: «Secondo nostre stime anche quest’anno chiuderemo la stagione degli sconti in negativo, almeno un -5% rispetto al 2024, che era già terminato con un -6% sul 2023. E arriveremo così al terzo anno consecutivo col segno meno davanti. A dimostrazione che tra crisi economica, stipendi mangiati dall’inflazione, e, soprattutto, promozioni no-stop, questi saldi non servono più. Anzi, sono dannosi».

E, infatti, quel flusso di clientela che un tempo riempiva i negozi per intere settimane garantendo quel surplus di liquidità fondamentale per il prosieguo dell’attività sembra essere diventato un lontano ricordo. «Quel flusso lì lo abbiamo visto solo nei primi due giorni - precisa Zanzini -. Dopodiché più nulla. Del resto chi doveva comprare qualcosa lo ha fatto durante il Black friday».

Formula tutta nuova, giunta in Italia dagli Stati Uniti, che, secondo i negozianti, non fa altro che “drogare” il mercato e confondere i consumatori. «Il Black friday andrebbe cancellato - dice il rappresentante sindacale dei negozianti - perché è penalizzante per noi e immorale per lo stesso cliente che dopo aver acquistato un capo d’abbigliamento ad una cifra, la settimana successiva, quella antecedente il Natale, se lo rivede in vetrina a prezzo quasi dimezzato, per poi ritornare a prezzo intero subito dopo. Assurdo». E tutto questo in un comparto, quello della moda al dettaglio, in forte crisi e colpito da continue chiusure.

«Basti dire – puntualizza il presidente di Federmoda – che in provincia di Rimini, negli ultimi 11 anni, hanno abbassato per sempre le serrande 430 imprese commerciali del settore abbigliamento e calzature e che in Regione dal 2012 al 2023 hanno chiuso 3.549 attività. Numeri preoccupanti».

Da qui, allora, il sollecito ad intervenire. Lanciato alla neo assessora regionale al Commercio, Roberta Frisoni. «Come già detto prima delle elezioni ripropongo l’istituzione del garante del commercio di vicinato – osserva Zanzini – che si occupi dei nostri problemi e, dalla Regione, interagisca col governo centrale. Perché qui c’è da riscrivere le regole. Ad esempio gli showroom aziendali, attraverso i private sale, possono, per 3-4 giorni, vendere la stessa merce dei negozi ribassata del 70%. Pi ci sono gli outlet che invece di vendere a prezzi scontati la merce dell’anno precedente, oppure quella fallata o disassortita, propongono quella dell’anno in corso in saldo. Per non parlare dell’online e dei centri commerciali aperti tutti i giorni con orari di chiusure ben oltre le 20: in questo ultimo caso, ad esempio, chiediamo la riduzione delle aperture domenicali da 52 a 22. Insomma, è ora di mettere ordine a questa giungla».

Saldi da rivedere dunque «e da posticipare, magari, a febbraio, quelli invernali, e ad agosto, quelli estivi». «Perché il mondo dei saldi è finito – incalza Ettore Barbiani, titolare della boutique Memphis in via Mentana -. Del resto, tra vendite promozionali, Black friday e sconti di fine stagione, siamo sempre in saldo. Comunque il trend di questi saldi è simile a quello dello scorso anno. Se non addirittura peggiore. Forse sarebbe ora di ripensare le date: invece di gennaio, meglio fine febbraio. Comunque noi continuiamo con la nostra attività e sabato e domenica parteciperemo all’evento che si terrà al Nettuno con i nostri abiti da sposa».

E Angela Menghetti, della boutique Odeon a Marina centro chiosa: «Ci vogliono altre formule. Iniziando col cancellare il Black Friday. Noi, che, anche per rispetto del cliente, non abbiamo voluto partecipare a questa modalità di vendita scontata abbiamo sofferto molto il Natale. Comunque, per quanto riguarda i saldi diciamo che siamo ai livelli dello scorso anno. Con capispalla, maglioni e giubbini in pelle a farla da padrone. Del resto, la merce che vendiamo per un mercato medio-alto, scontata del 30-50%, rappresenta un bell’affare. Quanto si è speso di media? Sui 250 euro a persona».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui