Rimini. Foto sui social, bambini a rischio privacy. L’esperta: «Possono avere un’influenza negativa»

Rimini

Foto dei figli sui social? Occhio ai pericoli e alle conseguenze sull’autostima. Un’abitudine, quella di piazzare contenuti 2.0. che riguardano i minori, soggetta a forti critiche ma di fatto poco regolata da norme. Condividere dettagli privati sulle principali piattaforme social è tutt’altro che raro ma a quali rischi, seppur involontari, esponiamo i più piccoli della famiglia rischiando di divulgare dati sensibili e personali?

A fare luce sulla questione è la psicologa e psicoterapeuta, Caterina Rivola.

Dottoressa Rivola, reputa etico postare sui social foto e video dei propri figli, sin dalla più tenera età?

«La questione dello “sharenting” (la moda di postare foto e video dei figli, ndr) richiede una riflessione attenta e una considerazione del benessere del bambino. È fondamentale che i genitori ponderino le loro scelte e considerino le implicazioni etiche e psicologiche delle loro azioni sui social media. La condivisione di contenuti può influenzare in negativo la vita del bambino in futuro, soprattutto quando questi contenuti diventano permanenti e possono essere usati in modi imprevisti. Da un lato, molti genitori vedono la condivisione di momenti di vita familiare come un modo per mantenere i legami con amici e familiari. Dall’altro, c’è il rischio di invadere la privacy del bambino, che non è in grado di dare il proprio consenso e potrà pagarne le conseguenze ricevendo, come istruzioni alla vita, che rendersi visibile è fondamentale».

Allo “sharenting” hanno rinunciato dopo il divorzio persino i Ferragnez (l’influencer Chiara Ferragni e il cantante Fedez, ndr). In caso di separazione è bene prendere accordi con l’ex prima di qualunque post?

«Assolutamente sì. In situazioni di separazione o divorzio, è fondamentale discutere e concordare come gestire la privacy e la presenza online dei figli. Gli accordi chiari possono prevenire conflitti e incomprensioni future, oltre a garantire che entrambe le parti abbiano voce in capitolo su come i loro figli vengono rappresentati online».

Passiamo all’uso di immagini di minori a scopo commerciale o per acchiappare like. Conseguenze nel tempo?

«Possono essere devastanti. I bambini incamerano l’idea che la loro autostima dipenda da quel “like” e potrebbero sviluppare una visione distorta di sé stessi e delle relazioni, oltre a rischiare di essere oggetto di bullismo o sfruttamento. È importante infine considerare l’impatto a lungo termine su di loro».

È sufficiente coprire la faccia dei bimbi con emoticon o gli strascichi psicologici vanno oltre la semplice identificazione?

«È una strategia che può ridurre il rischio, ma non elimina del tutto i problemi legati alla privacy. In sostanza i bambini potrebbero sentirsi esposti o vulnerabili anche se la loro immagine è parzialmente oscurata. Detto questo, sempre meglio oscurati che in vista».

Rischi associati a contenuti troppo intimi, come immagini sul vasino o informazioni personali?

«Condividere contenuti intimi o dettagli personali (come informazioni su scuola o attività sportive) può esporre i bambini a rischi di sicurezza, come il cyberbullismo o l’adescamento. Inoltre, una volta che queste informazioni sono online, possono essere difficili da rimuovere e potrebbero influenzare la reputazione del bambino in futuro. Ecco perché è importante riflettere sui contenuti prima di condividerli e considerare che, anche se oggi possono sembrare innocui, potrebbero avere conseguenze nel lungo termine».

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