Rimini. Ermeti compra l’hotel Caesar: “Puntiamo sulla qualità”

Mentre i numeri parlano di un calo strutturale degli hotel aperti a Rimini (erano 948 nel 2012, sono scesi a 827 nel 2023), nel tessuto imprenditoriale cittadino c’è, invece, chi crede fortemente nelle potenzialità della capitale italiana del turismo. Continuando ad investirci. E’ il caso di Maurizio Ermeti, presidente di Italian Exhibition Group, la società che gestisce la Fiera e il Palacongressi, e proprietario di I-Suite hotel, uno dei due alberghi 5 stelle di Rimini (l’altro è il Grand Hotel), che a fine dicembre ha chiuso una impegnativa operazione di acquisizione.
“Le stelle sono tante”
«Abbiamo acquistato l’hotel Caesar - conferma Ermeti -, struttura ricettiva 3 stelle adiacente la nostra. Con un obiettivo preciso: potenziare ulteriormente l’investimento fatto una decina di anni fa con l’apertura dell’I-Suite. E consolidarci, per poi espanderci, nel comparto dell’offerta di alta qualità».
Segmento di cui la Riviera è decisamente spoglia. E che invece necessiterebbe di un forte sviluppo. «Quando parlo di offerta di alto livello - puntualizza Ermeti - non intendo solo le categorie superiori, quelle stellate per intenderci. Ma anche i 3 stelle, che con buoni investimenti potrebbero alzare la qualità dell’offerta alberghiera e garantirsi, così, ottimi risultati».
“Nessun dorma”
Eppur si muove, verrebbe da dire. Perché il mercato alberghiero, in questo ultimo periodo, sembra aver cambiato marcia. Tra investimenti (oltre all’acquisizione dell’hotel Caesar, bisogna annoverare anche la realizzazione del nuovo hotel Mode a San Giuliano, i cui lavori dovrebbero terminare a fine anno) e riqualificazioni: sono una novantina, infatti, le strutture ricettive che hanno ottenuto contributi a fondo perduto dalla Regione grazie ai progetti di rigenerazione presentati.
Sottolinea Ermeti: «Bisogna crederci, perché Rimini sta imponendosi sempre più come località turistica dall’accoglienza annuale e non solo estiva. Grazie ad un’offerta extra-balneare in continua espansione, tra eventi di livello e iniziative culturali».
E, infatti, nel periodo di Capodanno, come confermato anche dall’Associazione degli albergatori riminesi, è emerso, con evidenza, un nuovo profilo di vacanziere, di stampo culturale, interessato più che al divertimento alla visita delle tante ricchezze storiche e artistiche della città, dal ponte di Tiberio al Castel Sismondo, dal teatro Galli al Museo Fellini, con viaggi fuori porta, tra entroterra e borghi antichi. «Ed è questa la prospettiva di città che dobbiamo avere - osserva Ermeti -, che sappia guardare al futuro con la forza della sua storia, con la potenzialità delle sue bellezze, dal Parco del mare alla nuova piazza Malatesta, e con la consapevolezza di un territorio ricco di fascino, dalla riviera all’entroterra».
Ma c’è un aspetto che Ermeti intende chiarire. E al quale tiene molto. Quello degli alberghi chiusi, le famose stelline diroccate, i cui numeri vengono spesso accostati alle 300 unità.
“La prova del nove”
Corregge il tiro il presidente di Ieg e vertice del Piano strategico. Che ufficializza, così, l’esito di uno studio condotto, appunto, dal Piano strategico.
«Su questo tema - puntualizza Ermeti -, quello appunto delle strutture ricettive chiuse in zona mare, si leggono spesso numeri a caso. Con informazioni inesatte, come le trecento unità alberghiere che verserebbero in stato di abbandono. Non è così. Perché secondo un’indagine fatta l’estate scorsa dal Piano strategico, nell’ambito della mappatura, sono risultate dismessi, in zona mare, dove vige, cioè, il vincolo di destinazione alberghiera, 158 alberghi e non 300».