Rimini e Riccione, contro le baby gang anche le armi elettriche nel piano del ministero


RIMINI. Non “gruppi stabili e gerarchicamente organizzati”, bensì “aggregazioni occasionali ed estemporanee” di giovani, “per lo più di origine straniera e provenienti da altre regioni del Nord”, che vengono a Rimini, soprattutto d’estate, condendo la loro presenza con attività illegali. Questa la fotografia delle “baby gang armate” nel Riminese che scatta in Parlamento il sottosegretario all’Interno Emanuele Prisco, rispondendo ieri, mercoledì 19 marzo, a una interrogazione in merito della parlamentare riccionese di Fratelli d’Italia Beatriz Colombo. Questi gruppi, prosegue Prisco, si concentrano in particolare nelle aree del centro storico di Rimini, nelle vicinanze della stazione ferroviaria e sul litorale di Rimini e Riccione. E per contrastarli è stato messo a punto «un sistema mirato di servizi di controllo del territorio», che vede collaborare Forze dell’ordine, Polizia locale e militari impegnati nell’operazione “Strade sicure”.
Più nel dettaglio, il centro storico viene “sistematicamente monitorato” con specifici servizi di controllo intensificati nei fine settimana; le aree circostanti la stazione sono “regolarmente sorvegliate” dall’Esercito e dalla Polizia ferroviaria; mentre d’estate contro la “malamovida” sul litorale sono attivi “appositi servizi di vigilanza e controllo h24”, grazie anche ai rinforzi inviati dal Dipartimento della Pubblica sicurezza. Oltre alla Polizia di Stato, precisa il sottosegretario sul fronte delle dotazioni, quattro reparti territoriali dei Carabinieri sono dotati di taser e per la provincia sono 58 gli operatori formati all’uso di armi elettriche. A livello nazionale sono circa 10.000 e grazie a un’intesa recentemente finalizzata si punta all’acquisto interforze di 10.300 armi a impulsi elettrici, di cui 2.300 per la Polizia di Stato. Inoltre il decreto Milleproroghe dà la possibilità ai Comuni di dotare di “armi comuni a impulso elettrico, in via sperimentale per sei mesi, un’aliquota di personale” della Polizia locale. E al termine della sperimentazione potranno stabilire l’assegnazione definitiva. Mentre il disegno di legge “Sicurezza pubblica”, attualmente all’esame del Senato, prevede l’ampliamento della possibilità di dotare le Forze di polizia delle bodycam. Insomma, conclude il sottosegretario, “rimane alta su tutto il territorio nazionale l’attenzione sul fenomeno della criminalità giovanile”, con l’azione di prevenzione e contrasto che va “costantemente accompagnata” dagli interventi di promozione della cultura della legalità e dei valori del rispetto altrui”, in particolare nelle scuole. Una logica “multifattoriale” che ispira il cosiddetto modello Caivano: “Al netto dell’impegno delle Forze dell’ordine, la strategia di controllo territoriale non deve prescindere dai processi di riqualificazione urbana” con “un ampio coinvolgimento degli Enti interessati, a partire dalle amministrazioni comunali”. L’interrogazione prende spunto da recenti fatti di cronaca, e Colombo si dichiara soddisfatta sottolineando l’importanza delle bodycam per gli agenti, “spesso in grande difficoltà nel dover fronteggiare giovani individui, non solo stranieri, armati di coltello”. Così come per le iniziative scolastiche “volte a contrastare il fenomeno delle baby gang”.