Rimini. E’ morto l’editore Mario Guaraldi
E’ morto l’editore Mario Guaraldi. Era nato a Rimini il 26 settembre 1941. Ha cinque figli. Era sposato con Maria Perchiazzi con la quale dal 1978 ha condiviso la vita privata e professionale. Lo scorso 21 dicembre Rimini gli ha assegnato il premio Sigismondo d’Oro 2024.
«Se ne è andato stamattina Mario Guaraldi - lo ricorda il sindaco Jamil Sadegholvaad - . Ed è una grande perdita per la nostra città e per il mondo culturale italiano, di cui Mario è stato grande protagonista come pioniere di una editoria indipendente che ha dato un formidabile contributo allo svecchiamento intellettuale e alla diffusione popolare di testi e autori sconosciuti, dimenticati, ai margini della cultura ufficiale, parte fondamentale anch’essa di una indimenticabile e più ampia stagione della libertà e dei diritti. Al dolore e il cordoglio che Rimini offre oggi spontaneamente al suo figlio scomparso, ai suoi cari, a tutti quanti lo hanno conosciuto, si unisce una consapevolezza che, se vogliamo, è già una consolazione: proprio in extremis, Mario e Rimini hanno saputo e voluto tornare a darsi idealmente la mano, dopo l’amarezza e le incomprensioni che l’avevano segnato, in un rapporto talvolta conflittuale con la sua città. In una riflessione di qualche anno fa, Guaraldi scrisse di avere già messo a parte alcune persone della sua personale volontà di non accettare ‘onori postumi né l’intitolazione di una piazzetta’ da parte di chi -tra politici, uomini di cultura, Rimini e riminesi- evitava qualsiasi apprezzamento o rispetto per le sue iniziative e idee. Un’intelligenza vivida, acuta, mai accomodante, insofferente alle convenzioni, ruvido e diretto nelle espressioni, che lo aveva portato più volte a scontrarsi con istituzioni e parte del mondo della cultura, locale e non. Ho incontrato Mario Guaraldi pochi giorni prima della cerimonia di assegnazione del Sigismondo d’Oro, avvenuta pochi giorni fa, il 21 dicembre. La dura malattia non gli aveva spento la lucidità. Le condizioni di salute gli avrebbero impedito di essere presente al teatro Galli per ricevere materialmente il riconoscimento della comunità riminese. Ha detto ‘grazie’. Grazie è una parola semplice e bellissima, fragile e potente allo stesso modo. Gli ultimi mesi sono stati particolarmente duri per Mario e la sua adorata famiglia. A volte, il giorno dopo si presenta quando sembrava non dover arrivare. Voglio pensare che per arrivare a quel ‘grazie’, a quel premio civile (che probabilmente ha il sapore anche di un risarcimento) che Rimini ha voluto per un suo figlio, Mario abbia tenacemente resistito fino all’ultimo. Per salutare come si deve il luogo dove si cresce. Per lasciarsi alle spalle i peccati di gioventù e le incomprensioni. Per sancire come al dolore struggente di ogni addio corrisponda dall’altra parte la gioia e la dolce malinconia del tanto tempo passato assieme. Così si saluta chi si vuole bene. E Mario Guaraldi e Rimini si sono voluti bene. Un abbraccio forte alla famiglia di Mario».