Rimini e gli affitti brevi turistici: “Il Codice identificativo è un primo passo per governare il fenomeno”

Rimini
  • 02 dicembre 2024

Proliferano gli affitti brevi turistici a Rimini e l’amministrazione corre ai ripari con il Cin. Scatterà infatti con il nuovo anno, pur con uno slittamento di qualche mese rispetto alla data prevista, la legge che impone l’esposizione del Codice identificativo nazionale. La misura, testata in via sperimentale in alcune regioni, consentirà di individuare in modo univoco ogni struttura ricettiva allo scopo di “tentare di garantire - sottolinea l’assessore al Bilancio Juri Magrini - una maggiore trasparenza a un settore che continua a registrare una crescita che pare inarrestabile”.

E infatti sono diverse le possibili misure al vaglio per cercare di regolamentare questa tipologia di offerta ricettiva: dal divieto delle “key box” nel centro storico di Firenze, alle scelte più drastiche operate dall’amministrazione di Barcellona. A Rimini si contano 1.200 immobili registrati sulla principale piattaforma di hosting, Airbnb, più del doppio di quanti se ne contavano nel 2019, anno pre Covid. “L’effetto airbnb”, prosegue l’assessore, è “impattante per diversi aspetti”: alimenta l’overtourism per quelle realtà in sofferenza e crea “evidenti squilibri” nel mercato immobiliare, con la carenza di alloggi destinati alla locazione a lungo termine e crescenti difficoltà per famiglie, lavoratori, studenti universitari a trovare alloggi a prezzi sostenibili. Con il Cin, e sanzioni fino a 8.000 euro per chi non si registra, è “un primo passo per assicurare un maggior rispetto delle regole sotto il profilo fiscale e non solo”. All’interno delle abitazioni concesse in affitto breve andranno inoltre installati alcuni dispositivi per la sicurezza degli ospiti.

Tuttavia non basta, segnala Magrini, “serve agire su due fronti”: controlli in primis e lavorare “in maniera più radicale” sotto l’aspetto normativo, così come emerso anche alla recente assemblea Anci, conclude l’assessore, per “introdurre nuovi strumenti che consentano ai Comuni di regolamentare e governare il fenomeno”.

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