Rimini. Dipendenze da alcol, droga e gioco d’azzardo: in estate è allarme rosso

Rimini

«La stagione estiva è un momento particolare. C’è una vasta offerta per tutto ciò che ha a che fare con l’intrattenimento e quindi anche con il consumo di alcol, sostanze stupefacenti e col gioco d’azzardo. Verso settembre o ottobre inizia la fase del “pentimento” e aumentano le richieste di aiuto». Teo Vignoli, direttore dell’unità operativa riminese di Dipendenze patologiche, racconta il percorso che accomuna tante persone che abusano di alcol, droga o che tentano la fortuna in maniera ossessiva. Nelle scorse settimane Ausl Romagna ha potenziato l’unità mobile di strada, quella che «si posiziona all’esterno di discoteche e grandi eventi per dare informazioni, fare sensibilizzazione sui rischi e indirizzare ai centri specializzati i ragazzi che dimostrano di avere un rapporto problematico con le dipendenze». Lo stesso, in questo periodo, gli esperti di Ausl Romagna lo stanno mettendo in pratica per il gioco d’azzardo, dipendenza, rammenta Vignoli, «capace di mandare a rotoli una vita intera».

La battaglia contro l’assuefazione e la ricerca spasmodica di altre sostanze che possano soddisfare una necessità sempre più urgente si affronta però soprattutto nei Sert, negli ambulatori dove ogni giorno si ritrovano giovani e meno giovani a chiedere aiuto per uscire dalla droga, smettere di bere o farla finita con il gioco.

Dottore, il fenomeno è in peggioramento?

«In generale abbiamo pazienti sempre più complessi per via di una fragilità sociale crescente, legata alla crisi economica. E’ un prodotto dei nostri tempi, purtroppo, che rende i processi di riabilitazione molto complicati. C’è anche un aumento di comorbidità psichiatrica, di patologie mentali che sono più severe soprattutto nelle nuove generazioni, e anche un problema evidente con gli abusatori di cocaina, droga che ha ormai invaso il mercato da anni. E poi in estate si registra anche un aumento degli accessi al Sert con le persone che arrivano a Rimini da altri luoghi e si portano con sé le proprie dipendenze. Parlo degli stagionali (camerieri, cuochi...) o turisti, che durante il soggiorno in riviera o la vacanza si rivolgono a noi per proseguire percorsi o fare terapie sostitutive, ad esempio il metadone. E poi spesso in vacanza si hanno delle ricadute. Queste casistiche riguardano maggiormente le persone mature, piuttosto che i ragazzi. Adulti che hanno dipendenze croniche. I ragazzi, invece, tendono ad avere “exploit”, che si risolvono con l’accesso in Pronto soccorso. Un coma etilico, una droga pesante. Episodi gravi che si gestiscono però in emergenza».

Esiste un distinguo tra dipendenza patologica e non patologica?

«Sì, perché una dipendenza possa essere definita patologica, è necessario che il rapporto privilegiato che si ha con una sostanza provochi danni e nonostante ciò non si riesca a sottrarsi al suo consumo. Si diagnostica in base a una certa pervasività, che inficia i campi di vita, dal lavoro, al rapporto con i familiari. E anche se una persona vuole smettere, non riesce».

Anche il gioco d’azzardo rientra tra le dipendenze che voi trattate. Che similitudini ci sono con l’abuso di droghe e alcol? Perchè si mettono a scommettere?

«Il gioco d’azzardo è sempre esistito, che ci sia una predisposizione e che sia sempre stato un passatempo è un fatto. La novità dei tempi nostri è che ora è sempre e continuamente fruibile: sale da gioco, slot machin nei bar e il gioco online, che è alla portata di tutti in qualsiasi luogo, basta avere un cellulare. La diffusione del fenomeno rende più probabile che la fascia di popolazione con maggior disagio psichico o sociale possa sfociare nel gioco patologico. Un indicatore è quando il momento del gioco è l’unico in cui una persona riesce a non pensare ai propri problemi. Inoltre i videogiochi, alcuni dei quali contengono delle dinamiche che incitano alla scommessa, all’azzardo, nella fase dell’adolescenza possono essere molto dannosi. L’aspetto peggiore del gioco d’azzardo patologico, rispetto all’abuso di alcol e droga, è che ci si ferma solo dopo aver perso grandi quantitativi di denaro. E’ questo il primo sintomo che porta la persona a chiedere aiuto. Nelle altre dipendenze, prima di perdere grandi soldi, si sviluppano altri problemi. Invece nell’azzardo patologico i sintomi si manifestano con il conto in banca che è finito, e a chiedere aiuto, spesso, sono i parenti».

A chi ci si può rivolgere per ricevere un aiuto per il gioco d’azzardo patologico?

«E’ possibile chiedere una prima visita presso il Sert di Rimini, chiamando lo 0541 653115, o di Riccione allo 0541 668103, per un intervento multidisciplinare oppure contattare gli sportelli di consulenza psicologico-legale che coordiniamo presso la casa ludica di rimini, contattabile al 324 8036662, o di Riccione (351 5039709). In alternativa è possibile rivolgersi all’associazione di auto aiuto “Giocatori anonimi” allo 366 9768012».

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