Rimini, delitto di Pierina: silenzi, lacrime e ipnosi di Manuela, l’ex amante che ora accusa

«Lei è indagata di favoreggiamento e ci sono delle cose che lei può sapere solo perché gliele ha dette l’assassino oppure era li mentre uccidevano sua suocera. Quindi su questa cosa e di cosa le ha detto Dassilva ci deve dire la verità. Cosa le ha detto di sotto in garage?». E’ questa la domanda che dopo quasi 3 ore di interrogatorio ha portato Manuela Bianchi a raccontare al sostituto procuratore Daniele Paci ciò che le disse Louis Dassilva. «Mi dice - riferisce la Bianchi - che c’era una persona a terra tra le due porte tagliafuoco e di andare a chiamare il ragazzo moldavo. Avevo capito che lui l’aveva già vista. Però lì per lì non ho capito altro ed il suo consiglio era di passare di lì e di stare zitta e di non dire che l’avevo vista. Anzi mi ha detto proprio così però non ho capito il motivo». E’ questo il passaggio cruciale dell’interrogatorio di Manuela Bianchi, la nuora di Pierina Paganelli uccisa il 3 ottobre del 2023 nel garage di via del Ciclamino a Rimini. Interrogatorio che la donna ha reso il 4 marzo scorso, prima come persona informata sui fatti e poi come indagata per favoreggiamento personale.

Ricordi e ipnosi

Le dichiarazioni della Bianchi erano state introdotte da una precisazione in cui lei stessa aveva sostenuto come i suoi ricordi fossero offuscati. «Non riesco a capire cosa mi stia succedendo. Tant’è vero che mi sono fatta fare dallo psichiatra una ipnosi, usata per lo stress post-traumatico». I ricordi della Bianchi poi si sbloccano e la sua deposizione diventa più lucida - a tratti indirizzata dal consulente Davide Barzan - e tra le lacrime racconta che Dassilva le disse di abbracciare il ragazzo moldavo del primo piano per sviare i sospetti dalla loro relazione. Ad un certo punto del lunghissimo interrogatorio durato 13 ore il pm le chiede «ha detto come l’ha colpita?» E la nuora risponde «no è una cosa che ho capito da sola, dopo aver capito che era lei e dopo aver visto quanto fosse caricato in quel periodo e come fosse nervoso per i conflitti con mia suocera. Io la certezza di quello che aveva fatto non l’ho mai avuta da lui. Io per quello che sto dicendo adesso mi sto rovinando. Se lui me lo avesse detto, io lo avrei detto forse subito che era stato lui a voi. Io il dubbio che fosse stato lui l’ho sempre avuto».

C’è poi un passaggio in cui la Bianchi parla del fratello quando il pm le dice «si rende conto che avanza dei sospetti anche su Loris?». «Quella sera non sapevamo l’orario della morte». E Manuela risponde «intendevo credo che poteva essere passato di sotto ed aver visto qualcosa». Loris va via alle 23 e quindi il pm insiste «no poiché non sapevamo come ho detto l’orario della morte. Dicendo così sembra che gli stia chiedendo se sia stato lui ad uccidere la signora Paganelli».

E la Bianchi messa alle strette dice semplicemente «ho pronunciato la frase in un italiano scorretto ma io ho la certezza totale dell’estraneità di mio fratello».

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