Rimini, delitto di Pierina: Manuela e Louis, così la coppia è scoppiata in aula VIDEO

«L’unico parere che conta è quello del giudice», ha detto l’avvocato Riario Fabbri all’uscita di un interrogatorio durato tre giorni, ennesima puntata dell’inchiesta sulla morte di Pierina Paganelli. Con il collega Andrea Guidi presenteranno una memoria difensiva e un documento tecnico in cui, a loro dire, faranno emergere le contraddizioni di quanto raccontato dalla Bianchi. «Ci sono una serie di motivazioni che ad avviso della difesa non sono condivisibili sotto un profilo logico, dopodiché ognuno trarrà le proprie conclusioni, compreso il gip», ha detto Guidi. Il giudice ha quindi concesso dei giorni alle parti per la produzione documentale, tra cui una integrazione di perizia sui telefonini e una memoria in cui si articoleranno le deduzioni opportune. La prossima settimana ci sarà il deposito dei documenti, dopodiché potrebbero passare 15 giorni prima di una decisione del giudice sulla scarcerazione. Sulla credibilità della teste Bianchi, i difensori hanno ribadito che «c’è la credibilità oggettiva e quella soggettiva. Riteniamo siano emersi degli elementi che collimano con la versione che ci ha reso il nostro assistito». Insomma potrebbe non essere tutto già deciso anzi, la partita rimane aperta perché, come ha spiegato il gip Cantarini, la decisione dovrà essere su elementi giuridici, oggettivi e riscontrati. Al momento - a parte le parole di Manuela Bianchi sulla cui credibilità ci possono essere ombre - la domanda è: vi sono elementi oggettivi che collocano Louis Dassilva nel garage di via Del Ciclamino la mattina del 4 ottobre? Visto comunque che lo stesso non viene collocato sulla scena del crimine la notte precedente? Alla Procura l’onere di dare una risposta a questi quesiti importanti, anche se a quanto pare la Squadra mobile ha già riscontrato gran parte delle dichiarazioni della Bianchi. D’altra parte ci si potrebbe chiedere perché la Bianchi, arrivati a questo punto, cambia versione e a un anno e mezzo dall’omicidio decide di parlare. Probabilmente perché vuole evitare una condanna per favoreggiamento o, peggio, per concorso morale. Non solo. Ha capito che Louis, pur di salvarsi e smontare l’alibi, non ha tenuto fede all’impegno amoroso facendola passare per un oggetto sessuale. Il comportamento di Dassilva sarebbe invece molto consequenziale: non vuole che la sua relazione extraconiugale venga scoperta, per cui ha paura di Pierina che aveva già in passato ingaggiato un investigatore privato per scoprire il tradimento del marito dal quale poi si era separata. Dassilva non vuole che la moglie Valeria scopra tutto, non vuole uscire allo scoperto e quello che chiede di fare a Manuela il giorno del ritrovamento del cadavere - ossia essere affettuosa con il ragazzo moldavo vicino di casa - va nella stessa direzione: nascondere e negare il legame con lei. Dassilva nega la relazione nei primi interrogatori e solo dopo la definisce una storia di sesso. Un minimizzare che probabilmente ha piano piano indotto Manuela a non fidarsi più di lui. La donna ad un certo punto deve aver pensato di non voler rischiare una pesante condanna per proteggere un uomo che con il suo comportamento l’aveva compromessa definendola una storia di “solo sesso”.

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