Rimini, delitto di Pierina, Loris Bianchi a “Storie Italiane”: “Io ho sempre pensato a una correlazione con l’incidente di Giuliano”

“È stata una “sit” molto leggera perché ero davanti solo ad un ufficiale e mi hanno chiesto di raccontare la mattina dell’incidente più qualche domanda supplementare per arricchire l’argomento. È durata una mezz’oretta”, così ha esordito questa mattina a Storie Italiane su Rai1 con Eleonora Daniele, Loris Bianchi, fratello di Manuela. Convocato ieri dalla polizia stradale per raccontare la mattina dell’incidente di Giuliano Saponi, figlio di Pierina Paganelli, ha rivelato: “Mi aspettavo di essere chiamato, dalla stampa si vociferava e non mi ha sorpreso”.
“Di quella mattina non ricordo l’orario preciso, ma tra le otto e le otto e mezza vidi Louis salire dalla rampa che porta al garage - ha spiegato - era in tuta sportiva, probabilmente si accingeva ad andare a correre come era sua abitudine. Gli raccontai cosa fosse successo e lui ebbe uno scatto di rabbia, probabilmente dispiaciuto per quello che stava capitando a mia sorella”. Una versione diversa da quella raccontata da Valeria Bartolucci che dichiarò di essere partita con suo marito per un funerale: “Ho saputo del racconto diverso qualche mese fa - ha commentato Loris - non ne ho presa molto coscienza perché non faccio collegamenti, ma effettivamente c’era questa contraddizione, lo dicono gli investigatori, sono cose provate”.
“Mi hanno chiesto se Louis fosse mai venuto a casa mia”, ha spiegato relativamente al suo rapporto con l’unico indagato al momento per l’omicidio, “ho risposto di sì perché lui mi fece un lavoro alla tapparella bloccata, era un tuttofare ed era nata anche un’amicizia. Il mio racconto finisce con l’incontro con lui perché da quel momento in poi ci siamo messi subito alla ricerca di Giuliano, non si sapeva in che ospedale l’avessero portato”. E sulla sorella Manuela ha detto: “In questo calderone, mi sono accorto che spesso e volentieri si crea confusione tra quello che sai e quello che ti raccontano, gli eventi si mischiano così come i tempi e le date. A me non ha raccontato delle cose che mi sono state raccontate da altri. Se veramente è stato così mi dispiace perché comunque mi ha mentito, ma vorrei aspettare che lei veramente parlasse e dicesse tutta la verità a me personalmente e da lì deciderò cosa pensare e come ‘giudicarla’. Con i ‘se’ e con i ‘ma’ non ce la faccio in questo momento”.
“Ho notato che c’è una focalizzazione sull’incidente di Giuliano che prima non c’era”, ha aggiunto, “ed è per questo che mi hanno chiesto cose già ripetute. Io sono entrato in contatto con il dottor Barzan proprio perché volevo fare luce sull’incidente, mi sembrava fosse stato preso troppo sottogamba e secondo me poteva essere relazionabile all’omicidio di Piera. Ci sono dei sospetti e c’è un soggetto in custodia cautelare, e non per nulla, ci sono stati dei rilevamenti a riguardo. Poi il sospetto non vuol dire che sia stato lui”.
“Non leggo le minacce - ha concluso - mi vengono riportati i vari commenti e giudizi negativi, mi dipingono come una persona che non sono, anche le amiche della mia futura moglie si sono fatte influenzare, anche se c’è un bel muro difensivo perché amici e parenti ci sono che mi vogliono bene. Mia moglie mi è molto vicina e protettiva ma sta subendo tantissimo questo pregiudizio nei miei confronti”.