Rimini, delitto di Pierina: le tre speranze della difesa di Louiss, ma non sarà un processo scontato



Gli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi, difensori di Louis Dassilva, stanno valutando le impugnazioni nelle opportune sedi giudiziarie. Il che vuol dire che ci sono almeno ancora tre possibilità di scarcerazione per il senegalese detenuto per l’omicidio di Pierina Paganelli. La prima viene dal Tribunale del Riesame, con l’udienza fissata a Bologna giovedì ed eventualmente un nuovo ricorso in Cassazione al fine di impugnare la seconda ordinanza di Cantarini.
Una terza eventuale possibilità di processo a piede libero, francamente la più remota delle tre, sarebbe quella di attendere i termini della carcerazione preventiva che scadranno tra tre mesi, il 16 luglio, data entro la quale per tenere nel carcere dei Casetti Dassilva servirà un decreto di rinvio a giudizio.
Insomma il sostituto procuratore Daniele Paci, da giovedì dovrà accelerare con la chiusura delle indagini e la successiva richiesta di rinvio a giudizio per veder fissata un’udienza davanti ad un giudice (gup) diverso dal gip Vinicio Cantarini, che potrebbe essere Raffale Deflorio, ed uscire con un rinvio a giudizio e una data d’inizio di processo per Corte d’Assise, ossia con giurati popolari oltre che togati.
Il 28 aprile si terrà l’ultima udienza di incidente probatorio sulla cam3, la telecamera della farmacia di via del Ciclamino. In quella sede i periti del gip dovranno rispondere al quesito sul colore della pelle dell’ignoto che passa la sera dell’omicidio davanti alla telecamera della farmacia di via del Ciclamino. Quesito francamente già superato dalla seconda ordinanza Cantarini che scrive «la sagoma di Louis Dassilva evidenzia un’altezza significativamente maggiore rispetto all’Ignoto».
Alla fine di aprile quindi, dopo l’eventuale decisione del secondo ricorso in Riesame, Procura e Squadra mobile dovranno definitivamente chiudere il cerchio di un’indagine lunga e tortuosa, che non ha potuto sopportarsi con una prova scientifica definitiva, ma che si basa su tanti concomitanti e coincidenti indizi.
Al nome del killer di Pierina, uccisa con 29 coltellate e poi sottoposta al rimaneggiamento della salma con il taglio della gonna e l’esposizione di nudità, ci si arriverebbe - secondo l’accusa - per esclusione.
La domanda ora è, basterà ciò che la Procura ha in mano per far condannare un 35enne all’ergastolo? Basteranno gli indizi e i sospetti per convincere i giurati che Dassilva è l’assassino di Pierina? La strada non è così scontata.