Rimini, delitto di Pierina, le indagini non si fermano: potrebbero spuntare altri due indagati

Rimini

Il caso dell’omicidio di Pierina Paganelli non è un’indagine chiusa, perché Procura della Repubblica e Squadra mobile stanno ancora lavorando per irrobustire l’ipotesi principale, ossia che ad uccidere l’anziana è stato Louis Dassilva. E non si esclude che ci possa essere a breve un nuovo indagato, magari due, per favoreggiamento o concorso morale. Al momento un punto fermo c’è ed è il giudicato cautelare, ossia la sentenza del Riesame a cui si sono appellati i difensori dell’indagato, gli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi. In quella sede i difensori avevano portato molte osservazioni che in un’ottica difensiva avrebbero potuto suggerire ipotesi diverse e scagionare Dassilva. Ma nelle motivazioni il Tribunale del Riesame di Bologna ha confutato ricostruzioni alternative dell’omicidio. Ora però - nella mente degli investigatori - il risultato processuale deve essere “sigillato” con nuovi accertamenti che dovranno escludere proprio quelle piste alternative a Dassilva.

Il lavoro dei prossimi mesi

Lo dimostrerebbe il fatto che giovedì mattina il capo della Squadra mobile, Marco Masia, ha convocato in Questura Loris Bianchi e si è proceduto ad effettuare le copie forensi dei suoi due cellulari. Serviranno ad escludere una delle principali ipotesi fatta dalla difesa del senegalese in carcere dal 16 luglio, ossia che a commettere l’omicidio possa essere stato Loris e non Dassilva. Il lavoro dei prossimi mesi degli inquirenti sarà quindi quello di indagare per sgomberare il campo da equivoci e da ogni possibile realtà alternativa a quella in cui la sera del 3 ottobre 2023, la 78enne Pierina Paganelli viene vista rincasare da Dassilva che, scese le scale del condominio e l’attenderà nascosto nel buio del garage per ucciderla con 29 coltellate. Sempre secondo i suggerimenti della difesa di Dassilva, l’omicidio potrebbe vedere la collaborazione di due persone. Qualcuno che abbia fatto da palo, magari, bloccando l’ascensore oppure che nel cuore della notte sia sceso in garage per tagliare la gonna e denudarla. Un depistaggio? Uno scempio rancoroso? E quando sarebbe stato fatto, al momento dell’omicidio o dopo? Le analisi della Scientifica hanno dimostrato che il coltello che ha tagliato la gonna e gli slip non era sporco di sangue, quindi forse un’arma diversa da quella usata per l’omicidio. Nulla sappiamo però dell’orario in cui questi tagli sono stati effettuati, al momento almeno. Perché è proprio continuando ad analizzare la scena del crimine, i minuti intercorsi tra il ritrovamento e la telefonata dal 118 che forse emergerà qualcosa di nuovo. «I rilievi della difesa potrebbero al più suggerire che Manuela possa essere stata a conoscenza e magari concorrente morale dell’omicidio - c’è scritto nelle motivazioni del Riesame -, ma ciò non escluderebbe la responsabilità dello spietato esecutore dell’omicidio». Gli investigatori stanno tentando di chiarire cosa abbia fatto Manuela, che ha trovato il cadavere della suocera, in circa 11 minuti. Un vuoto temporale tra la discesa della sua auto in garage e l’allarme per la cruenta scoperta.

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