Rimini, delitto di Pierina. Giorni decisivi per la scarcerazione di Dassillva, attesa per il Riesame e la decisione del Gip

Tra dieci giorni potrebbe essere fissata l’udienza davanti al Tribunale del Riesame dove la Cassazione ha rinviato con annullamento l’ordinanza di custodia cautelare a carico di Louis Dassilva, detenuto dal 16 luglio per l’omicidio di Pierina Paganelli, avvenuto il 3 ottobre del 2023 nel garage di via del Ciclamino. Sulla scarcerazione di Dassilva, difeso dai legali Riario Fabbri e Andrea Guidi, potrebbe però arrivare prima la decisione del gip Vinicio Cantarini. La prossima settimana quindi, a partire da lunedì potrebbe essere depositata la decisione del giudice e fissata l’udienza di Bologna.
La difesa
Gli avvocati del senegalese, che si è sempre detto innocente, stanno giorno dopo giorno smontando le tesi degli inquirenti corroborate da quanto riferito al giudice dalla nuora di Pierina, Manuela Bianchi. La donna, difesa dall’avvocata Nunzia Barzan e dal consulente Davide Barzan, ha riferito di aver sempre sospettato di Louis, suo ex amante, e di averlo incontrato la mattina del 4 ottobre prima di scoprire il corpo di Pierina. L’uomo le avrebbe detto che c’era una donna morta nel garage.
Proprio su quanto accaduto quella mattina i legali di Dassilva stanno dando battaglia e riferiscono che «una testimone afferma di essere partita quella mattina col motorino dal garage di via del Ciclamino. Per farlo - spiegano Fabbri e Guidi - deve usare l’unica rampa disponibile e passare vicino ai garage del civico 31. La stessa avrebbe notato la basculante della Bianchi aperta e la luce accesa».
I legali di Dassilva poi precisano che «si è accertato che la signora esce dal sotterraneo intorno alle 8.10.50. La Bianchi ha dichiarato che Dassilva si allontana mentre lei sta per chiudere la basculante, si deve dedurre che nel momento in cui passa la signora in motorino i due siano ancora nel garage a confabulare. Tuttavia questo viene smentito dal cellulare di Louis che registra alle 8.11.54 dei passi che vengono compiuti in casa sua al terzo piano. Infatti il cellulare di Louis è dotato di un barometro, che segnala se si risale anche di un solo piano. Ed il cellulare non segna nessuna risalita».
Si potrebbe obiettare che Dassilva non avesse il cellulare con sé. «Va bene - continuano i difensori - ma vi è un problema: non ci sarebbe il tempo materiale per uscire dal garage della Bianchi, passare attraverso le due porte tagliafuoco, salire al terzo piano, aprire la porta e prendere il telefonino per compiere i passi, perché il solo fare le scale dal piano meno 1 al piano 3, necessita di più di 1 minuto». Per cui secondo la difesa del senegalese i tempi di quanto dichiara la Bianchi non sono realistici perché «la signora col motorino vede la basculante aperta e la Bianchi dichiara che Louis va via quando lei chiude o sta chiudendo la basculante. A quel punto Louis non si può muovere prima delle 8.10.50, quindi non ci sarebbe il tempo per risalire ed essere in casa alle 8.11.54, orario quest’ultimo certo e comprovato».
«Torna tutto»
Ci sarebbe una spiegazione plausibile per tutto e anche in questo caso i difensori della famiglia di Pierina, Monica e Marco Lunedei intervengono dicendo che «la testimone in motorino non ha avuto la visuale sul garage di Manuela. La signora ha visto la basculante aperta per una frazione di secondo e nulla vieta che Dassilva sia uscito immediatamente prima e, anche uscendo subito dopo, avrebbe comunque il tempo di raggiungere il proprio appartamento. Testimonianza che collima quindi con la ricostruzione della stessa Bianchi sulla permanenza degli amanti all’interno del box con luce accesa e basculante aperta.
Quanto alle pretese interazioni di Manuela Bianchi con lo smartphone la mattina del 4 ottobre, i periti della Procura non hanno rilevato alcuna interazione attiva, ma unicamente un passaggio dello schermo in modalità interattiva, fenomeno che potrebbe dipendere anche dall’arrivo di una notifica o dal contatto del cellulare con un oggetto all’interno della borsa».