Rimini, delitto di Pierina: giorni decisivi per Dassilva, la difesa spera nella libertà
Febbraio potrebbe essere il mese fondamentale nell’indagine sull’omicidio di Pierina Paganelli. Tra le tappe già fissate ci sono le giornate di udienza davanti al gip Vinicio Cantarini previste per il 6 febbraio, il 10 e l’11. Le udienze riguardano le acquisizioni agli atti delle perizie circa le tracce di Dna e la relativa relazione del professor Emiliano Giardina, le consulenze sui device informatici, ossia tablet, orologi e computer sequestrati al principale indagato, e infine il giorno della cosiddetta “camminata” davanti alla cam3, la oramai nota telecamera della farmacia di via Del Ciclamino che, stando agli investigatori della Squadra mobile, avrebbe immortalato l’omicida di Pierina mentre andava verso il condominio alle 22.17 del 3 ottobre 2023.
A fine febbraio poi potrebbero anche arrivare le motivazioni della Cassazione che ha annullato, con rinvio al tribunale del Riesame di Bologna, l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Louis Dassilva. Ed infine una volta eseguito l’incidente probatorio sulla cam3 la Procura della Repubblica potrebbe anche chiudere l’indagine e avviarsi alla richiesta di rinvio a giudizio per omicidio volontario pluriaggravato per l’unico indagato.
Un passo alla volta, insomma, sembra abbastanza scontato che Dassilva arrivi davanti ad un tribunale, nello specifico la Corte d’Assise con giuria popolare, per rispondere dell’accusa di omicidio. Ma come ci arriverà farà la differenza. Nel senso che il senegalese di 35 anni, in carcere dal 16 luglio scorso, potrebbe arrivare al processo da uomo libero venendo meno l’ordinanza cautelare. Questo perché il presupposto normativo è che l’ordinanza cautelare del gip di Rimini - tesi questa sostenuta dagli avvocati difensori di Dassilva, Riario Fabbri e Andrea Guidi - fosse stata emessa sulla base di una richiesta da parte della Procura della Repubblica che non riportava in allegato alcuni documenti.
I documenti non riportati riguardano i 18 giorni a cavallo dell’omicidio, filmati da cam3 e cam1 in cui si vedrebbe il condomino Emanuele Neri passare più volte e somigliare, soprattutto nel video del 29 settembre 2023, all’ignoto che passa la sera dell’omicidio, il 3 ottobre 2023.
Non solo: mancherebbero anche i file audio di messaggi vocali sul cellulare dell’unico indagato attraverso cui si sarebbe desunto che Dassilva era sul balcone di casa sua poco prima dell’arrivo di Pierina a casa dopo l’adunanza ai testimoni di Geova. Circostanza che - secondo la polizia - avrebbe dato al senegalese la possibilità di vedere la vittima e agire di conseguenza.
Mancano inoltre i video dell’esperimento giudiziario effettuato dalla polizia con i figuranti, uno bianco e l’altro nero.
Al Riesame in una lunga memoria i legali di Dassilva hanno già espresso tali perplessità. Ora la conseguenza processuale che potrebbe verificarsi - sempre secondo la difesa - è la perdita di efficacia della misura cautelare, visto che il ricorso in Cassazione è stato fatto proprio sulla mancanza di tali documenti e sulla mancanza di motivazione da parte del Riesame. Il rinvio al Tribunale della Libertà comporterà la fissazione di un’udienza in cui si dovrà discutere se c’è o meno la perdita di efficacia dell’ordinanza dopodiché si passerà nuovamente alla valutazione del quadro indiziario notevolmente mutato e tale per cui Dassilva potrebbe essere scarcerato.