Rimini, dal “Charity Dinner Ior” 13.500 euro a Oncoematologia Pediatrica
Una cornice suggestiva, una grande causa, più di 150 persone pronte a sposarla e a farla propria: in una riga questo è stato il “Charity Dinner IOR” di Rimini, la serata di raccolta fondi tenutasi giovedì 14 novembre presso la “Sala Ressi” del Teatro Galli. Un successo annunciato se vogliamo, visto che l’evento organizzato dall’Istituto Oncologico Romagnolo era già sold-out da tempo: ma d’altronde l’obiettivo della cena era tra i più importanti e sentiti. L’incasso, di circa 13.500 euro, sarà utilizzato infatti per dotare l’Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale “Infermi”, centro di riferimento per la presa in carico dei tumori che colpiscono le fasce d’età più giovani, dei nuovissimi visori di realtà virtuale e realtà aumentata realizzati dalla casa di produzione Softcare Studios: un fulgido esempio di come la tecnologia possa essere sempre più al servizio del paziente, specie se nativo digitale, al fine di alleggerirne la degenza.
«Il mio lavoro quotidiano e quello di tutta l’equipe è quello di creare un ambiente meno “ospedaliero” possibile, cercando far vivere la quotidianità di una vita familiare anche nel periodo di permanenza all’interno del reparto – ha spiegato nel corso della serata la dott.ssa Samanta Nucci, psiconcologa del reparto – ed è qui che diventa fondamentale il supporto dello Ior e di tutte le associazioni. I libri, i giochi, la pet therapy sono tutti strumenti che ci permettono di creare “bolle” di tranquillità per i ragazzi e i bambini, offrendo spazi ed esperienze che gli permettano di non vivere, parlare e pensare soltanto alla loro malattia. I visori si inseriscono proprio in questo contesto, come utilissimo strumento soprattutto perché è una tecnologia che permette di essere tarata sulle esigenze delle diverse età, dai bambini piccoli fino agli adolescenti. Inoltre, la possibilità di essere usati assieme a una seconda persona che interagisce con il paziente, ci permette di creare uno spazio di condivisione incentrato su un’esperienza bella, evitando anche l’isolamento, soprattutto per gli adolescenti, che purtroppo tendono a passare ore da soli con il loro telefono».