Rimini, dai fornelli all’edilizia: ora gli scarti del granchio blu diventano mattonelle
Dal cibo alle mattonelle. Declinando un antico detto alla specie ittica, del granchio blu non si butta via niente e le Mariscadoras di Blueat, dopo aver trasformato una piaga in opportunità, commercializzando la specie aliena che sta proliferando e provocando ingenti danni al settore della pesca, ora sfruttano il carapace per farne materiale per l’edilizia. «Grazie a Carolina Agostinelli, un’amica d’infanzia che lavora in uno studio di architettura in Danimarca, stiamo eseguendo i primi test sfruttando il carapace frantumato per preparare la calce per la produzione di mattonelle ecosostenibili in linea con il nostro progetto imprenditoriale» conferma Carlotta Santolini, biologa marina tra le 5 fondatrici di Blueat insieme ad Alice Pari, Giulia Ricci, Matilda Banchetti e Ilaria Cappuccini. Un nuovo step di un percorso che punta a «creare e valorizzare la filiera degli scarti» che, per rendere l’idea, nel caso del granchio blu rappresentano oltre il 50% del crostaceo lavorato.
Nel frattempo l’attività principale legata alla commercializzazione del granchio blu sembra andare a gonfie vele, tanto che, spiega ancora Carlotta Santolini, «sono in corso trattative per acquisire un nuovo stabilimento nella zona del Delta del Po, in modo da avere la materia prima a km zero, e aumentare la nostra capacità produttiva che dopo l’avvio sta crescendo. Quest’anno supereremo le 300 tonnellate di granchio blu lavorate e l’obiettivo è di aumentare la produzione». D’altronde, pare di capire, quest’anno del crostaceo alieno si è parlato meno, ma l’invasione continua tanto che l’estate scorsa il Governo ha nominato l’ex prefetto di Rovigo e Ravenna, Enrico Caterino, commissario per il granchio blu, a riprova di come l’emergenza legata alla sua proliferazione non sia venuta meno.
Metterlo in pentola quindi continua a essere un modo per arginarne l’espansione. E il mercato sembra recepire la novità culinaria. Sempre più spesso il granchio blu si trova in pescheria e il gusto incontra il favore dei consumatori, come dimostra anche il truck food con i prodotti di Blueat in Fiera. «Da parte nostra - conclude Carlotta Santolini - abbiamo raggiunto accordi con la grande distruzione, con Coop, Conad e Pam, ma il nostro mercato di riferimento resta in particolare l’estero, la Germania ma soprattutto gli Stati Uniti. Il 70% del nostro fatturato è legato all’export negli Usa».