Rimini. Da tutta la regione per il Burlesque: «Così riscopriamo la femminilità»

E’ un’arte secolare che vale più di una seduta dallo psicologo. E’ il burlesque che, oltre a insegnare la mistica della seduzione, incide come uno scalpello sull’autostima, sulle paure più intime, insegnando l’accettazione del proprio corpo e delle sue imperfezioni e cristallizzando nella mente di chi lo pratica che la bellezza non è nel viso, ma nel cuore.

Un mondo vecchio di 100 anni, il burlesque. Eppure capace di rinnovarsi, farsi contaminare e diventare un nuovo modello di entertainment. Ma soprattutto, in quanto fenomeno di costume e forma d’arte, capace di parlare alle donne di oggi, abbattendo pregiudizi morali e affermando un concetto più inclusivo di seduzione.

Il 29 dicembre, al Mamì Bistrot di Rivabella, tempio delle arti sceniche 2.0, sono salite sul palco le allieve della “Chez Blanche Burlesque Academy”, una delle più rinomate scuole italiane di burlesque che ha inaugurato a Rimini lo scorso ottobre. Il live-show delle “beginners” è stato nobilitato dalla presenza di alcune guest-star, come le celebri perfomer Claire Gatsby, affermata award winner internazionale, e Tuna Tartare, burlesquer pluripremiata. Ed è stata l’occasione per scambiare due chiacchiere con ragazze e donne della “porta accanto” provenienti da tutta la regione e per capire, tra le righe della loro infinita femminilità, le ragioni che le hanno portate ad affrontare per la prima volta un pubblico vero con la sola arma di una giarrettiera e di una guepière.

La barista

Tuna Tartare (Imola) professione barista: «Qualche anno fa ho iniziato a studiare moda e dunque a creare personalmente qualche abito di scena. Nel frattempo, per arrotondare, ogni tanto facevo la ballerina nelle discoteche. Ecco, il Burlesque mi è sembrato il naturale punto di contatto tra questi due mondi: da una parte gli outfit sgargianti della scena e dall’altra la magia della danza. Ad accendere la miccia è stato l’incontro con Nuit Blanche: frequentando il suo corso mi sono innamorata della libertà espressiva del burlesque, un’arte che consente mille interpretazioni. Salendo sul palco, poi, ho avuto le conferme che cercavo e oggi, quando mi esibisco, sono semplicemente felice».

La commessa

Priscilla Rinaldini (Rimini) commessa e studentessa universitaria di moda: «Il burlesque è un grande contenitore in cui ho scoperto il piacere di indossare una bellezza non omologata, la gioia per un’arte molto creativa e gli stimoli coreografici di abiti di scena che vanno oltre i canoni. Adoro la parte ludica, ironica e sensuale di questa disciplina che mi rispecchia tanto. Grazie al burlesque, oltre a scoprire una nuova dimensione più vintage, sono riuscita ad esprimere una femminilità un po’ appannata senza prendermi però troppo sul serio ma, nello stesso tempo, entrando in sintonia con la mia sfera più intima».

L’esperta di marketing

Barbara Palazzini (Modena), esperta di comunicazione e marketing: «Ho scelto di frequentare il corso di Nuit Blanche perché sentivo il bisogno di riscoprire la mia femminilità. Sono otto anni che pratico questa disciplina e, anche se non mi sento una grande performer, il burlesque mi diverte, mi ha insegnato a muovermi con più grazia, ad avere una postura più seducente. Tutti insegnamenti che ti porti a casa e che migliorano le tue relazioni con gli altri. Otto anni fa, ad esempio, uscivo solo in sneakers, oggi invece ho scoperto il piacere dei tacchi a spillo».

La prof

Iris Baudelaire (Piacenza), insegnante di italiano e storia: «Col burlesque è stato amore a prima vista. Ho capito che quella era la mia strada assistendo ad uno spettacolo dal vivo di Nuit Blanche. Da quel momento è stato un percorso lungo e laborioso ma, in questi tre anni, penso di aver migliorato la mia autostima e la consapevolezza nelle mie doti femminili. In poche parole, il burlesque mi ha insegnato a volermi bene e ad avere sempre un atteggiamento accogliente nei confronti del prossimo. Oggi questa è una specie di famiglia perché con tante allieve è nata un’amicizia che prosegue anche oltre il palcoscenico».

La cameriera

Matilde Orpelli (Modena), cameriera e studentessa di scienze naturali: «Nel burlesque, a differenza di altre discipline, la donna è sempre “soggetto” del desiderio e mai “oggetto’. Sul palco siamo intoccabili e abbiamo il privilegio di inviare e condividere col pubblico un messaggio di liberazione non solo sessuale. Il burlesque ha una forte valenza terapeutica perché, in tanti anni, io non ho mai visto nessuna allieva uscire da una lezione scoraggiata e avvilita. Sempre il contrario. Anche io, rispetto a tre anni fa, mi sento completamente un’altra persona».

La massaggiatrice

Sandrine “Alessandra” Delice (Bologna), professione massaggiatrice estetica: «La passione per il burlesque me l’ha tramandata mia nonna, che era una ballerina di cabaret. Da piccola andavo sempre a teatro ad assistere ai suoi spettacoli e, quindi, il suo mondo - fatto di lustrini e di paillette - mi ha sempre affascinato. Ho iniziato il corso un anno fa quasi per scherzo, ma questa è una disciplina che ti entra dentro e che ti aiuta tantissimo sul piano psicologico ed emotivo. Per altro, in poco tempo, sono dimagrita di 25 chili e questo mi ha reso una donna più sicura e finalmente padrona della mia femminilità».

L’impiegata

Cristiana “Crì la Petit” Oleari (Modena), impiegata in una multinazionale: «Vengo dalla danza classica che pratico da quando avevo cinque anni, ma il burlesque mi ha sempre incuriosito. Quando ho conosciuto Nuit Blanche ho scoperto di aver finalmente trovato l’insegnante giusta, preparata tecnicamente, ma anche coinvolgente da un punto di vista empatico. In questi quattro anni ho imparato ad essere più a mio agio col mio corpo, perché il burlesque non impone modelli né convenzioni. Ogni donna coltiva la sua bellezza e porta queste nuove sicurezze nella vita di tutti i giorni».

La chirurga ortopedica

Chiara “Claire Gatsby” (Bologna), chirurga ortopedica: «Sono sei anni che pratico questa arte, anche se fin fa giovanissima ho sempre frequentato corsi di teatro. Ma sono sempre stata una grande fan di Dita Von Teese e, dunque, sapevo che il burlesque poteva essere una disciplina congeniale alla mia personalità e alla mie aspirazioni. Oggi posso dire che non mi sbagliavo affatto, tanto che sto seriamente pensando di fare di questa passione il mio secondo lavoro».

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