Rimini. Caso Pierina, arrivati gli esiti delle comparazioni genetiche: il dna di Louis non era sul luogo del delitto
Il dna di Louis Dassilva non è presente sul corpo e gli effetti personali di Pierina Paganelli e nemmeno sulla scena del crimine. E’ quanto emerso dalla perizia genetico forense condotta dal professor Emiliano Giardina (depositata il 30 dicembre), a cui il gip Vinicio Cantarini aveva affidato il compito di determinare se le tracce biologiche rilevate fossero riconducibili all’unico indagato per l’assassinio della 78enne testimone di Geova. «Un risultato determinante, che esclude il nostro assistito dalla scena del crimine oltre ogni ragionevole dubbio». L’avvocato Riario Fabbri, che insieme al collega Andrea Guidi assiste il 35enne senegalese, commenta con soddisfazione gli esiti delle comparazioni genetiche, che rappresentano per la difesa «un aspetto estremamente importante, confermando le nostre aspettative». Una nuova evidenza che potrebbe aprire la strada alla richiesta di scarcerazione. «Se dall’esperimento giudiziale sulle telecamere di via Del Ciclamino, a cui ribadiamo l’intenzione di far partecipare il nostro assistito - continua l’avvocato - emergessero risultanze a noi favorevoli, a quel punto chiederemmo di rivedere la necessità della misura cautelare in carcere». Intanto, nell’attesa della “camminata” per verificare se quello inquadrato dalla videosorveglianza era davvero Dassilva e non il vicino di casa Emanuele Neri, il legale Fabbri propone altri accertamenti sui dna emersi dalle analisi condotte a Tor Vergata. «E’ stato escluso che i due dna femminili rinvenuti corrispondano a quelli delle soccorritrici e restano altri due dna maschili ignoti. Inoltre, solo uno dei dna maschili è stato associato a quello di un soccorritore. Chiederemo che vengano effettuati accertamenti in merito». Si tratta di tracce labili, deteriorate, come è stato rilevato anche nella perizia, conseguenza della conservazione non idonea che ha portato alla formazione di muffa, la quale ha “mangiato” i residui biologici rimasti sul corpo e gli effetti di Pierina, o sulla scena del crimine. Per la precisione, residui del dna di Dassilva sono stati trovati sui suoi abiti e anche su un coltellino da cucina con lama di 9,5 centimetri. Sul coltello, però, non c’è traccia del dna di Pierina, il che lo esclude dallo scenario dell’omicidio. «Gli accertamenti così svolti - sottolinea l’avvocato - essendo stati fatti in incidente probatorio, non valgono solo ai fini delle indagini, ma come prova a tutti gli effetti nel corso di un eventuale dibattimento».
Nessuno dei sospettati
Escluse dalla scena del crimine, secondo le risultanze della perizia genetico forense, anche tutte le altre persone inizialmente attratte nella cerchia dei sospettati (i quali, lo ricordiamo, non sono mai stati indagati). Nessuna traccia del dna di Manuela Bianchi, nuora della vittima e amante di Dassilva, né di Loris Bianchi, fratello di Manuela, né di Valeria Bartolucci, moglie di Dassilva, sono state rinvenute sui 34 oggetti repertati. «Come sempre dichiarato dai nostri assistiti - afferma il consulente legale e criminalista Davide Barzan, che affianca i fratelli Bianchi insieme all’avvocato Nunzia Barzan - né Manuela né Loris sono collocabili sulla scena del crimine perché non è presente il loro dna. Manuela inoltre è persona offesa. Una prova in più che loro, i quali hanno sempre detto la verità, sono del tutto estranei ai fatti».