Rimini. Bocciato il ricorso al Tar dei bagnini contro il Piano spiaggia
Fortemente voluto dalla giunta Sadegholvaad, il nuovo piano dell’arenile, adottato a giugno dal Consiglio comunale attraverso due deliberazioni, è diventato realtà (manca solo l’approvazione definitiva prevista per dicembre). Provocando le dure proteste dei bagnini. Almeno di una ventina che, carta e penna in mano, a pochi giorni di distanza dalla decisione del Consiglio, presentarono subito ricorso al Tar per chiedere l’annullamento delle due deliberazioni. Ritenendo che il nuovo elaborato urbanistico, che rivoluzionerà la spiaggia riminese, dall’ammodernamento dei bagni a quella dei chioschi, con rimozione degli attuali manufatti, fino all’aumento di spiagge libere e all’apertura di ampi varchi d’ingresso dal parco del mare, avrebbe inciso sulla durata delle concessioni. «Che, infatti, erano state prorogate al 31 dicembre del 2033 dalla legge Centinaio (governo Conte 1, ndr) – spiega uno dei legali dei ricorrenti, l’avvocato, Vincenzo De Michele – come, tra l’altro risulta anche da una comunicazione scritta dal Comune nel febbraio 2021».
Ma non solo, i venti bagnini decisero di impugnare l’adozione dello strumento urbanistico anche perché «nelle previsioni del nuovo piano – continua l’avvocato De Michele - vi era la demolizione del 98% delle strutture dei concessionari da effettuare entro il 31 dicembre del 2024, per affidare le nuove concessioni attraverso bandi di gara imposti dalla Bolkestein, come da sentenze dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato del 2021, confermate, poi, dall’art.3 comma 1 della legge Draghi. Al contrario, invece, del 2% delle concessioni riqualificate dal Comune, a sua discrezione, secondo il vecchio piano e senza alcuna gara». Trascorrono i mesi, il governo Meloni, nel frattempo, vara un nuovo decreto - convertito in legge pochi giorni fa - che obbliga i Comuni a redigere i bandi entro giugno 2027, e il 7 novembre scorso il Tar, con un’ordinanza, stabilisce che «il Piano dell’arenile non incide in alcun modo sulla durata delle concessioni demaniali marittime», che dipendono dalle scelte del legislatore: la legge Fitto, infatti, l’ha fissata al settembre del 2027. E, nell’accogliere la sopraggiunta rinuncia della sospensiva da parte dei venti ricorrenti, li condanna a rifondere, in solido tra loro, al Comune di Rimini le spese legali, pari a 2.000 euro.
I venti bagnini, però, non mollano. E decidono di proseguire nella loro lotta. Chiosa l’avvocato De Michele: «Chiederemo al Comune la revoca in autotutela delle deliberazioni consiliari di adozione del nuovo piano dell’arenile, che non può essere approvato sia per le novità legislative intervenute sia per le ripetute ordinanze del Tar che vietano, appunto, al Comune di Rimini di sostituirsi al legislatore».