Rimini. Bando per i condhotel, il Comune avvia la trasformazione alberghiera
L’amministrazione comunale apre ai condhotel, forme particolari di attività turistiche non ancora previste dal piano urbanistico. Che potrebbero rilanciare la fascia turistica al di sotto della ferrovia e invogliare molti imprenditori riminesi ad investire. Fonti ben informate vicine alla maggioranza, infatti, annunciano l’arrivo, entro l’inverno, di un bando pubblico, sul quale Palazzo Garampi starebbe lavorando già da settembre, che permetterebbe agli albergatori, attraverso la presentazione di una manifestazione d’interesse, di riqualificare e ammodernare la propria struttura ricettiva anche a fini residenziali integrati: hotel e appartamenti mare, appunto. Formula molto sviluppata in Spagna, quella dei condhotel, nella quale potrebbero rientrare anche le centinaia di pensioncine dismesse e in stato di abbandono soprattutto in zona sud. Determinante, però, diventerebbe il progetto presentato dal privato: solo in caso di fusione tra una struttura ricettiva già operativa e la pensioncina diroccata appena acquistata, infatti, gli uffici comunali potrebbero rilasciare l’ok. Nel rispetto sempre della logica del condhotel, che prevede la presenza, all’interno dello stesso immobile, di camere d’albergo e abitazioni private. Una cosa, comunque, va detta: il bando comunale dovrebbe agire in deroga al Piano urbanistico generale (Pug), accorciando, così, i tempi d’intervento.
Non solo condhotel ovviamente. Perché le opportunità consentite dal bando, rispettose comunque delle prerogative previste dal Regolamento urbanistico edilizio (Rue), dovrebbero essere molteplici. Fino a consentire interventi sulle sole aree esterne, sull’intero edificio senza, però, arrivare a demolizione, e in funzione di demolizione e ricostruzione della struttura, con “premi” in cubatura anche superiori al 20%. Insomma, si andrebbe dagli interventi sulle aree pertinenziali come ombrelloni, pergole, piscine e dehors, alle integrazioni di attività complementari, come parcheggi, spa e sale congressi, fino al recupero degli edifici dismessi da destinare a usi residenziali collettivi, come studentati o alloggi per lo staff degli hotel. Per chi vorrebbe, invece, espandere le proprie attività, sarebbero previsti progetti di ampliamento, purché rispettosi dell’integrità delle strutture esistenti, come il cambio d’uso di negozi al piano terra o l’ampliamento in sopraelevazione e aderenza. E sarebbe anche possibile ampliare la propria struttura annettendone una o più adiacenti, con l’obbligo, però, di mantenerne intatto l’uso ricettivo-alberghiero, sia per quegli edifici non collegati funzionalmente, che per quelli accorpati.
Ma aspetto va chiarito: l’amministrazione comunale come è arrivata a pianificare l’idea del bando pubblico? La risposta sta nello sportello alberghi aperto ad inizio estate quando pian panino sono cominciate ad arrivare sempre più richieste di informazione (almeno 22 operatori nei primi 100 giorni di attività del servizio) su come riqualificare, ampliare e innovare, in base agli strumenti urbanistici in vigore, la propria offerta ricettiva, sia a livello di qualità dei servizi che sotto il profilo del miglioramento delle prestazioni energetiche e della sostenibilità.