Rimini. Allarme edilizia: assunzioni e imprese in calo, inizio anno negativo

Se il primo trimestre 2025 preoccupa, le stime relative al secondo trimestre inquietano». I rappresentanti sindacali dei lavoratori e delle imprese del comparto edile lanciano l’allarme. E lo fanno dati alla mano, quelli relativi ai primi tre mesi dell’anno. «Che, nella provincia di Rimini parlano di un calo del numero dei dipendenti del 3% rispetto ai 5.543 occupati del 2024», denuncia Andrea Pracucci, segretario Fillea-Cgil Rimini. «E di una diminuzione del -4,54% di imprese attive», aggiunge Ruggero Vitali, responsabile Cna costruzioni.
Il quadro della situazione
«Una contrazione largamente attesa e imputabile all’esaurimento della spinta del superbonus 110 – sottolinea Vitali –, che si è concentrata in un settore, quello delle micro e piccole imprese, cuore pulsante del mercato privato delle costruzioni, che è ad oggi il più esposto alla crisi. E che senza misure governative adeguate e tempestive rischia di non poter affrontare l’inevitabile calo della domanda». Uno scenario a tinte fosche, quello che si prefigura all’orizzonte, confermato dall’improvviso precipitare della situazione. «Basti dire che da un 10% di occupati in più del 2024 rispetto al 2023 – puntualizza Pracucci – siamo passati, in appena tre mesi, 1° gennaio-31 marzo, ad un 3% di dipendenti operativi in meno e ad un -6,4% di ore lavorate».
Le riqualificazione a picco
E quando diminuiscono occupati e aziende vuol dire che alla base c’è un forte calo di fiducia. Per il presente, e, soprattutto, per il futuro. «Proprio così – conferma il responsabile della Cna costruttori -. E gli investimenti privati lo dimostrano: nel Riminese abbiamo registrato, nel primo trimestre dell’anno rispetto al 2024, un calo del 6,5% degli investimenti che, secondo un’analisi del nostro osservatorio, toccherà il -7% nell’arco dell’anno. Con un vero e proprio precipitare delle spese negli interventi di riqualificazione e manutenzione straordinaria del patrimonio residenziale: siamo al -17% in tre mesi».