Rimini. Accordo con la prefettura, Hotel Angeli apre ai profughi: arrivati in venti

L’albergo della Caritas apre ai profughi, 20 i giovani al terzo piano della locanda di Torre Pedrera. A fare il punto del progetto, gestito dalla Caritas dal 2020, è la referente, Maria Carla Rossi.
Rossi, quante persone sono ospitate in questo momento all’hotel “Angeli”?
«In tutto sono 43. Dopo l’accordo stilato nel dicembre 2023 con la prefettura di Rimini accogliamo venti giovani profughi, tutti maschi, provenienti soprattutto dal continente africano, gli ultimi dall’Egitto, anche se non sono mancate persone originarie del Bangladesh. A loro è destinato il terzo piano della struttura, non per tre mesi come agli altri ospiti, ma finché l’iter previsto non sarà ultimato. Perciò, oltre alla colazione assicurata a tutti, per questi ragazzi è previsto anche il pranzo, sempre preparato e consegnato dalla Caritas. In buona sostanza sono due i progetti che convivono nella stessa struttura. Agli altri due piani sono dislocate invece 23 persone, di cui 6 minori e 10 donne, a fronte di 16 camere occupate da altrettanti nuclei familiari».
Quali motivi hanno spinto queste persone a “bussare” alla vostra porta?
«Ci sono famiglie soggette a sfratto, ma anche cittadini con problemi economici o psichici. In altri casi si registra l’insorgere improvviso di malattie che hanno portato alla perdita del lavoro».
Qual è il filo rosso del vostro impegno?
«La locanda funge da ponte per trovare soluzioni e garantisce percorsi per sviluppare un’autonomia personale. Non da ultimo funge da anticamera prima della presa in carico per intercettare esiti adeguati a certe esigenze».
Sono in calendario momenti di socializzazione?
«Talvolta la colazione fornisce l’opportunità di confrontarsi, nel rispetto del carattere di ognuno ma anche dei progetti stilati dall’assistente sociale. Sotto Natale, ad esempio, è stata organizzata una tombola dai ragazzi della parrocchia vicina e da alcuni scout. All’arrivo della bella stagione riprenderanno infine i momenti comunitari da vivere sulla terrazza esterna dell’hotel».
Che clima si respira nel quotidiano?
«Di grande collaborazione tra gli ospiti, che possono contare su sette operatori, con i compiti più disparati dai “portieri di notte” al coordinatore vero e proprio».
Il vicinato ha accettato questa realtà ricettiva?
«Con grande spirito di accoglienza».
Fino a quando continuerà il progetto?
«Con certezza fino al 31 dicembre 2024, vista la buona risposta conseguita. Al momento però non è stata ancora fatta un’ulteriore valutazione».
C’è un semaforo rosso che mette al portone qualcuno?
«Nel regolamento la tolleranza è zero per il consumo di alcol o droghe».
Ci racconta una storia particolare?
«Nel 2022 abbiamo ospitato una donna senegalese che ha partorito all’ospedale “Infermi” di Rimini, per poi allevare la sua bimba in albergo. Un lungo periodo sotto una coccarda rosa».