Rimini. Abusi edilizi, il Governo prepara la sanatoria. L’assessora Ridolfi: «Occhio alle ricadute sul turismo»
E’ stato chiamato decreto “Salva casa”, anche se sarebbe meglio definirlo decreto “Cancella abusi edilizi”. Quelli piccoli, però, come balconi trasformati in stanze abitabili, soprelevazioni agli ultimi piani per ricavare mini appartamentini, locali accessori spuntati senza autorizzazioni. Un provvedimento varato a fine 2024, ma congelato per mesi, in attesa del varo delle linee guida, quelle che, martedì scorso, sono state presentate alla stampa dai dirigenti del ministero delle Infrastrutture. E che potranno rimettere in moto un settore, le costruzioni, che, dopo aver navigato nei due anni successivi al covid, tra utili e pil in crescita, grazie al vento in poppa del superbonus 110, dalla sua cancellazione in poi si è improvvisamente arenato. Creando preoccupazioni a imprenditori e lavoratori.
Via con le sanatorie, dunque, e avanti tutta con le vendite degli appartamenti, finora bloccate da abusi insanabili per legge. Come quelli presenti in immobili costruiti prima del 1977, che ora potranno essere regolarizzati tramite una Scia in sanatoria, con una sanzione che varia tra 1.032 e 10.328 euro, senza necessità di verifiche urbanistiche.
Ma non finisce qui. Perché tra le principali innovazioni, previste dalle linee guida, ci sono, anche, l’introduzione del silenzio assenso per le richieste edilizie entro 45 giorni, la possibilità di sanare irregolarità su immobili vincolati e nuove semplificazioni per il recupero dei sottotetti fino al cambio di destinazione d’uso.
Procedure più snelle
Sottolinea, però, l’assessora all’Urbanistica, Valentina Ridolfi: «Intanto, faccio notare che parliamo di linee guida anticipate dalla stampa ma che, ad oggi, non abbiamo ancora avuto modo di visionare e analizzare nel merito. Per cui un discorso è esprimersi su sintesi riportate dalla stampa, altro è prendere visione diretta delle linee guida ed esprimersi a ragion veduta, cosa che faremo una volta ricevuto il documento e compiuta l’analisi. Anche se, per quanto riguarda il fronte edilizio, non posso escludere aprioristicamente che le linee guida possano introdurre qualche elemento di semplificazione procedurale, e lo vedremo». Linee guida non ancora pervenute a Palazzo Garampi, la responsabile dell’assessorato all’Urbanistica del Comune di Rimini un’idea di massima, tuttavia, sembra esserla fatta. Almeno nell’ambito dei cambi di destinazioni d’uso tra categorie funzionali affini (residenziale, commerciale, turistico-ricettiva) che possono essere effettuati senza dover affrontare onerose procedure. «Vorrei precisare - puntualizza Rifolfi - che questo argomento chiama in causa norme di materia concorrente, su cui non si esprimono solo i Comuni, ma anche gli enti sovraordinati, quindi anche le Regioni. Prima di pronunciarsi, occorrerà, dunque, comprendere anche gli orientamenti normativi che la Regione assumerà rispetto al decreto 69/2024 e alle relative linee guida».
Occhi puntati sul Pug
Ma non solo. In ambito amministrativo c’è un altro aspetto dal quale Palazzo Garampi non potrà prescindere, quello del Piano urbanistico generale in fase di redazione. «Come ho già avuto modo di anticipare - conclude l’assessora - ricondurremo il tema di eventuali cambi di destinazione d’uso al lavoro del Pug, che già è partito e che avrà un focus temporalmente prioritario sul tema della riqualificazione alberghiera. Perché la logica dell’amministrazione comunale resta quella di dotarsi di una visione strategica sulle vocazioni dei diversi ambiti urbani, a cominciare da quello turistico, prima di fare scelte affrettate che peraltro, nel caso del nostro territorio, avranno ripercussioni importanti non solo su singole funzioni, ma sull’intera catena di un settore produttivo per noi cruciale quale è il turismo».