Rimini. A 40 anni chirurgo nel tempio dell’ortopedia a Milano. “Interventi difficili su patologie invalidanti”

Rimini

«Diventate donatori: un piccolo gesto, di importanza vitale». C’è un pizzico di Rimini tra i nomi importanti dell’Ortopedia italiana. Parliamo di Andrea Della Valle, 40 anni il prossimo 29 settembre, che dopo la maturità classica conseguita con il massimo dei voti al Liceo riminese “Giulio Cesare” ha proseguito gli studi a Milano, laureandosi in Medicina e chirurgia nel 2009, per poi specializzarsi in Ortopedia e Traumatologia. È autore di numerose pubblicazioni e, dal 2019, inoltre, presiede la Banca del tessuto muscolo scheletrico Asst (Azienda socio sanitaria territoriale) Pini Cto (Centro traumatologico ortopedico).

Quale traguardo della sua carriera l’ha reso più orgoglioso?

«Diventare chirurgo vertebrale presso l’Istituto ortopedico “Gaetano Pini” di Milano che, per tutti, ha sempre rappresentato un tempio dell’Ortopedia italiana. Sono altrettanto onorato di poter dirigere la Banca del tessuto muscolo scheletrico. Un’occasione, quest’ultima, che si è presentata nel 2019 in un momento di transizione quando, al pensionamento del mio predecessore, mi è stato chiesto di traghettare per un breve periodo questa struttura. Ho detto di sì ma poi, come spesso succede, un impegno temporaneo si è sedimentato consentendo di farmi appassionare a una nuova realtà».

Cosa si intende per Banca del tessuto muscolo scheletrico?

«È una struttura che si colloca nella rete regionale trapianti della Lombardia che però fa riferimento al centro nazionale trapianti il quale accoglie, conserva, certifica e distribuisce i tessuti, in questo caso costituiti da ossa, tendini, cartilagine e fasce che possono essere utilizzati in una vastissima gamma di interventi chirurgici, non solo ortopedici, in generale per sostituire un segmento malato, lesionato in modo irreparabile».

Come si diventa donatori?

«Donare è molto semplice, basta iscriversi all’anagrafe come donatori di organi e tessuti al Comune di residenza, al momento del rinnovo della carta di identità, oppure iscrivendosi all’Aido (Associazione italiana per la donazione di organi). In mancanza di un’espressione di volontà in vita, verrà richiesta, tramite un’informativa, la “non opposizione” ai congiunti, al momento del decesso di un parente. Sia la Lombardia che l’Emilia-Romagna si dimostrano molto generose in quest’ambito».

È possibile donare anche in vita?

«Per quanto riguarda il tessuto muscolo-scheletrico, sì, ad esempio quando si viene sottoposti a un intervento di protesi d’anca, perché la testa del femore viene rimpiazzata ma invece di essere eliminata può essere utilizzata per una donazione, purché proveniente da soggetti idonei. Per scendere in prima linea, basta chiedere informazioni al proprio ortopedico».

Cosa le manca di Rimini?

«La capacità di sognare a occhi aperti e la sirena del faro nelle notti nebbiose, fermo restando che sono felice di come la Lombardia mi abbia accolto in questi anni».

Un consiglio ai giovani per evitare posture scorrette e problematiche conseguenti?

«Bastano poche e semplici regole: è importante la pratica regolare di un’attività sportiva, prediligendo gli sport a corpo libero, ma anche evitare l’uso scorretto dei cellulari e la vita sedentaria. Secco “no” anche a postazioni inadeguate per studiare o lavorare: mai stare chini su computer o libri per ore. Sono necessarie pause da dedicare allo stretching o alle passeggiate sulla spiaggia, per chi ha la fortuna di vivere al mare».

Una definizione del suo mestiere?

«Faccio un lavoro molto provante sia dal punto di vista fisico che mentale, perché affronto interventi complicati che interessano la colonna vertebrale e durano diverse ore. Si tratta di patologie molto invalidanti che impattano sulla qualità di vita dei miei pazienti e le operazioni riguardano strutture molto piccole e delicate da trattare con estrema cura».

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