Riccione. Multe ai sammarinesi, il Comune va a caccia dei soldi. Ucs insorge: «Verbali mai notificati ai diretti interessati»

Rimini

Multe via Pec. Il Comune di Riccione cerca di stanare i responsabili a suon di clic, ma l’Unione consumatori sammarinese insorge. Da giorni sul Titano fioccano atti di ingiunzione relativi a verbali «di fatto mai notificati ai diretti interessati». Ma facciamo un passo indietro. A regolare la questione delle multe beccate oltreconfine sono gli accordi fra Italia e San Marino che risalgono al 1939. La segreteria per gli Esteri, dicono da Ucs, lavora da tempo per aggiornarli ma si attende un riscontro da Roma. I provvedimenti sono comunque in vigore, ma molti Comuni italiani tentano di bypassarli.

La situazione

Ma quali sono le regole? Primo: perché un verbale sia valido va notificato entro un anno da quando è stato elevato. In questo modo vengono evitate more e, volendo, si può far ricorso. Secondo: a San Marino il verbale non può esser notificato direttamente all’interessato ma deve passare attraverso gli uffici competenti che a loro volta provvedono a recapitarlo. È questo l’iter previsto dagli accordi del 1939 ma la storia prende una piega ancora più complicata a causa della modalità con cui le multe sono state notificate dalla Perla Verde. Cos’è successo? «Riccione – precisano da Ucs - ha giudicato troppo lunghi i tempi di riscossione e ha aggirato la questione dando mandato ad una società, con sede nelle Marche, di ricercare eventuali domicili fiscali in Italia degli intestatari dei verbali».

La lamentela

Morale? L’atto di ingiunzione, già maggiorato di interessi di mora nonché di spese, è arrivato direttamente sulla Posta elettronica certificata dei sammarinesi coinvolti. Pec che, ricordano da Ucs, si è obbligati ad avere se si gestisce un albergo o un’attività economica. Da qui la protesta degli automobilisti oltreconfine che si sono rivolti a Ucs. Una procedura, quella messa in atto dalla Perla verde, reputata «errata» dall’assoconsumatori del Titano. «Se fosse una prima notifica – concedono dall’Unione – andrebbe bene ma in questo caso il verbale era già stato notificato alle autorità competenti mentre la persona interessata non ne era ancora venuta a conoscenza». Da qui una serie di interlocuzioni informali con il Comune. «Come Ucs – spiegano ancora - abbiamo subito chiesto che le maggiorazioni venissero tolte in ragione della mancata notifica al diretto interessato e che lo stesso potesse accedere all’oblazione (un istituto giuridico che trasforma l’illecito penale in illecito amministrativo attraverso il pagamento di una somma di denaro stabilita per legge, ndr), oltre a poter fare eventualmente ricorso. Dalle autorità del vicino Comune di Riccione c’è stata grande apertura anche a ricevere le persone e a decurtare le maggiorazioni. Niente da fare al momento per l’oblazione. A meno che non si voglia intraprendere la strada del giudice di pace». Da qui la richiesta di un intervento della segreteria agli Esteri. «Di solito i Comuni limitrofi conoscono le regole - affermano dall’Ucs - mentre quanti ne sono all’oscuro, è il caso di Firenze, una volta contattati, non hanno esitato a annullare moltissimi verbali, essendo peraltro trascorso l’anno previsto». Un nodo intricato il cui scioglimento non può attendere oltre. «Tra l’altro è la prima volta a nostra memoria, che un Comune usa la Pec».

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