Riccione. Il Metromare ancora a caccia del tracciato «Espropri, così siamo pronti a fare ricorso»
«Nessuno ci ha interpellato, nessuno ci ha chiesto nulla, o ci ha convocato ad alcuna riunione». E’ l’avvocato dei Ceschina, Cinzia Giugno, ad intervenire sul progetto del prolungamento sud del Metromare. Si tratta del nodo centrale, che di fatto per ora sta bloccando la redazione del progetto, il cui termine per la presentazione è fissato al 31 gennaio 2025, e che - aveva spiegato qualche giorno fa il presidente di Pmr Stefano Giannini - «non è pronto: abbiamo avuto un confronto con l’assessore ai Lavori pubblici Simone Imola. Seguirà (probabilmente la prossima settimana, ndr) un incontro con l’assessore all’Urbanistica Christian Andruccioli e i dirigenti, perché nella parte di tracciato dopo il campo Asar, insiste un’area di proprietà degli eredi Ceschina, è una proposta operativa e quindi va tenuta in considerazione». Al momento questi incontri con i proprietari dei terreni interessati non sarebbero stati convocati. L’avvocato precisa quindi un punto: «Credo che non possano prescindere dalla nostra presenza per chiudere il progetto, poi se lo faranno vedremo. Se procederanno agli espropri per la definizione del tracciato senza includerci, noi presenteremo ricorso». Il bando ministeriale per la realizzazione del prolungamento a sud del Metromare, in assenza di un vero e proprio progetto su Riccione rimarrebbe incompleto, non definito. Il tracciato ipotizzato dovrebbe evitare il passaggio su via Vespucci per concentrarsi su un percorso parallelo alla ferrovia. Il principale nodo tecnico riguarda il tratto tra il sottopassaggio di via da Verazzano e il collegamento ferroviario, che includerebbe appunto le proprietà Ceschina.
Trattative sì, su altri temi
«Stiamo trattando un progetto con la dirigente del Comune - spiega ancora l’avvocato - che non è connesso al Metromare, ma che riguarda iniziative di sviluppo su specifiche aree di nostra proprietà, per la realizzazione di qualcosa di importante per la città. Ecco perché non posso credere che comunque si prendano decisioni a prescindere da noi». Nonostante i contatti tra i tecnici della famiglia e quelli del Comune «del Metromare non è venuto fuori nulla al momento».
La riduzione dei disagi
Un progetto che si basa «sull’equilibrio tra fattibilità tecnica, impatto e utilizzo delle infrastrutture esistenti, con attenzione alla riduzione dei disagi durante la realizzazione» aveva detto il presidente di Pmr, ma interviene il comitato No Trc, da sempre in prima linea contro l’opera, a porre dubbi: «Saranno disposti i nostri attuali amministratori a sacrificare anche in quel quartiere un centinaio di pini e alcune centinaia di voti elettorali?». E ancora: «I mezzi omologati per la sola tratta Rimini Riccione, possono viaggiare solo su sede protetta, il tratto di inversione alla rotonda stazione è stato autorizzato in deroga dal Ministero Infrastrutture e Trasporti. In caso non vengano ulteriormente omologati, trasbordiamo i turisti da mezzo attuale a nuovo mezzo?». Intanto un dato certo lo danno: «Costo 10 milioni al km, 1000 euro al metro», cifre che tenderanno inevitabilmente a lievitare.
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