Ospedale di Santarcangelo, la consigliera di opposzione: “Operatori sanitari allo stremo”

Ospedale di Santarcangelo, «punto prelievi in tilt». A farsi portavoce «di operatori sanitari allo stremo» è il consigliere di Alleanza civica, Jenny Dolci, dopo le segnalazioni ricevute da alcuni sanitari che «continuano a ricevere risposte elusive dalle istituzioni». Dolci sottolinea che le criticità sarebbero frutto della reintroduzione dell’accesso diretto al punto prelievi, soprattutto nella fascia oraria 9-11 «quando si registra un afflusso di almeno 300 persone, con assembramenti significativi e un carico di lavoro insostenibile per il personale infermieristico». Il peggio è «che gli utenti avanzano continue lamentele, e talvolta – dichiara ancora la consigliera - si è assistito a brutti accadimenti e malori». Episodi documentati da Dolci «attraverso rilievi fotografici e testimonianze dirette».
L’attacco
Dolci ricostruisce così la vicenda: «La pandemia aveva costretto a procedere solo su appuntamento, strategia che si era rivelata molto efficace. Tant’è che la battuta più gettonata all’epoca era: “Ci voleva il Covid per ottenere un’organizzazione efficiente”. Così, fino a poco tempo fa, il servizio veniva gestito «tramite appuntamenti programmati, permettendo di assistere anche 250-300 pazienti al giorno con quattro infermieri». La riapertura dell’accesso diretto al Punto prelievi ha invece creato «un grave problema organizzativo che - prosegue l’esponente di opposizione - sta mettendo a dura prova la tenuta del sistema e il benessere degli operatori sanitari». Non manca una stilettata sul 22 marzo scorso quando si è svolto un Open Day organizzato dall’amministrazione comunale, con la partecipazione di volontari e visite guidate, per conoscere spazi e servizi della Casa della Comunità. Un tour - obietta Dolci - che però ha omesso di presentare il punto prelievi. L’impressione, ci va giù pesante la consigliera, è che l’iniziativa sia stata organizzata «anche con la finalità di distogliere l’attenzione dalle criticità reali». Fatto sta che, nonostante le ripetute segnalazioni degli operatori, la dirigenza continua «a ignorare il problema, limitandosi a fornire risposte evasive». Da qui la richiesta di un intervento urgente a livello istituzionale «affinché si avvii una riflessione più ampia sulla gestione dei flussi di pazienti e sulle condizioni di lavoro del personale sanitario con l’obiettivo di tutelare sia i lavoratori che i cittadini».