Omicidio di Pierina, Louis Dassilva interrogato per 9 ore a Rimini VIDEO

Rimini

Nove ore di interrogatorio in Procura e la verità su chi ha ucciso Pierina che appare ancora lontana. L’impressione è che non sia andata come forse atteso dagli inquirenti, che magari si aspettavano una confessione. E dall’altra parte, per la difesa un dispendio di energia teso a demolire un movente che rimane passionale. Non basterà infatti dire che tra Louis e Manuela è stato “solo sesso” per allontanare i sospetti dal senegalese che rimane l’unico indagato per l’omicidio. Un dato è da rilevare, Louis Dassilva decidendo di parlare e di non avvalersi della facoltà di non rispondere, ne esce almeno come un indagato collaborativo che non si comporta da colpevole. «Tutto bene».

Sono state queste le uniche parole dette da Dassilva all’uscita intorno alle 19 di ieri dal Tribunale di Rimini dove è stato interrogato a lungo dal sostituto procuratore Daniele Paci e dal commissario capo, dirigente della Squadra mobile, Marco Masia. Dassilva, 34 anni senegalese, è, e rimarrà, l’unico indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli, la 78enne testimone di Geova, trovata assassinata la mattina del 4 ottobre nel garage di via del Ciclamino a Rimini. Alla presenza del suo difensore, Riario Fabbri e della consulente Roberta Bruzzone, Dassilva avrebbe chiarito molte cose, soprattutto aspetti della relazione extraconiugale avuta con la nuora della vittima, Manuela Bianchi. «Louis sapeva benissimo a quale livello era coinvolto con la Bianchi ed era consapevole anche dei limiti della relazione» ha affermato la Bruzzone all’uscita del Tribunale. Insomma non amava così tanto la nuora Manuela da dover uccidere la suocera, è la linea di difesa. «Louis ha chiarito molti aspetti della relazione» ha aggiunto la Bruzzone. Una strategia di difesa cambiata probabilmente dopo che ieri si è diffusa la notizia di un nuovo interrogatorio proprio della Bianchi che verrà ascoltata come persona informata sui fatti. La sensazione è che la soluzione di questo mistero sia nella relazione tra i due vicini di casa, Louis e Manuela, tenuta segreta a tutti, ma sempre meno prudenti tanto che a fine settembre hanno rischiato di essere scoperti. Un movente passionale che per la Procura avrebbe armato la mano del killer per cui tutti i sospetti si sono indirizzati fin da subito su Dassilva che avrebbe agito da solo, addirittura all’insaputa di Manuela. è ovvio quindi che l’unica strada possibile per difendere il 34enne è quella di dimostrare che il legame con la donna non era tale da dover implicare un atto di amore estremo come l’uccisione di una suocera scomoda per l’amante.

Se gli inquirenti si aspettavano da Dassilva una confessione, però, sono rimasti delusi; e se invece la difesa si aspetta un proscioglimento del senegalese dopo questo interrogatorio, delusa lo rimarrà nei prossimi giorni. L’impressione è che queste nove ore in Procura non abbiano portato a nulla perché non è stato un interrogatorio incalzante con un indagato messo sotto torchio. Perché in quel caso probabilmente si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere. è stata invece, come tutta questa indagine, una partita dove l’avversario non va a vedere mai il bluff dell’altro. Dove la verità e le ipotesi si mescolano in una zona grigia. Un’indagine che pare concentrarsi su quanto una relazione sia stata d’amore o di solo sesso, diventando questo stesso particolare il movente di un omicidio. Tutto ciò dopo nove mesi di indagini. Si vedrà nei giorni prossimi se il coraggio di scoprire le carte lo avrà Manuela che sarà nuovamente interrogata. Gli inquirenti non sono arrivati più vicini alla verità, né la difesa può dirsi totalmente soddisfatta perché non ha saputo nulla di più rispetto a quali prove vi siano contro Dassilva. Tutto è rinviato ancora una volta alle prove di laboratorio che saranno effettuate dopo che il giudice per le indagini preliminari avrà dato l’incarico per il Ctu, il consulente tecnico d’ufficio. L’udienza si terrà il prossimo 28 giugno in tribunale a Rimini. Venerdì il giudice per le indagini preliminari, Vinicio Cantarini darà incarico al consulente, Emiliano Giardina, professore associato di genetica medica all’Università di Tor Vergata-Roma, per l’espletamento dei test irripetibili sui reperti della scena del crimine.

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