Nuovo stadio di Rimini all’inglese come quello di Caserta: progetto da 20 milioni

Rimini

Lo stadio che verrà. Sarà moderno. Bello. Funzionale. E pronto per traghettare Rimini verso il calcio che conta. Così come lo studio di fattibilità che Aurora Immobiliare, la società incaricata della costruzione, ha comunicato al Comune di essere pronta a presentare entro fine mese, potrà dimostrare in tutti i suoi aspetti: tecnici, ambientali ed economici. Per ora, però, bocche cucite ovunque: a Palazzo Garampi, nel Rimini calcio, perfino all’interno di Aurora immobiliare. Anche se fonti ben informate fanno filtrare alcuni aspetti importanti dell’operazione. In primis il costo: 20 milioni di euro circa, tutto a carico del privato; poi la durata della concessione: l’area dell’attuale “Romeo Neri”, di proprietà del Comune, sarà ceduta ad Aurora, in diritto di superficie, per un periodo fissato tra i 30 ed i 50 anni; infine, la struttura: 12 mila posti, coperti, stile inglese, e dotata di servizi come bar, ristoranti, negozi sportivi, palestre, centri medici e di riabilitazione, percorsi benessere, wellness, spa. Con tanto di facciata storica che, risalendo al 1932 ed essendo tutelata dalla Soprintendenza, verrebbe restaurata. Insomma, il meglio che Premier League, Liga e, in alcuni casi, anche Serie A, già oggi offrono. E, infatti, sempre secondo quanto trapela da via XX Settembre 1840, l’operazione “Romei Neri” ricalcherebbe quella in corso a Caserta (anche la Casertana, come il Rimini, milita in serie C) col nuovo stadio “Alberto Pinto”. In piccolo, visto che l’investimento, lì, tocca i 50 milioni di euro, garantiti dall’utilizzo del fondo della Legge Stadi.

Le entrate dopo la spesa

Ma l’equilibrio economico, architrave del progetto, su che basi sarà raggiunto? Si saprà una volta che lo studio di fattibilità sarà sul tavolo del sindaco Sadegholvaad. Anche se dall’accordo siglato un paio di mesi fa da Aurora Immobiliare, nella persona di Antonio Ciuffarella, responsabile del progetto stadio, e Rimini calcio, nella persona della presidente Stefania Di Salvo, la gestione dell’impianto verrebbe affidata alla società biancorossa, che dovrebbe riconoscere un canone d’affitto ad “Aurora”. Campo di gioco, ma non solo. Perché il Rimini calcio potrebbe anche ottenere l’utilizzo di alcune aree dove realizzarci uno store (negozio riservato alla vendita di maglie, gadget, ma anche abbonamenti e biglietti delle partite dei biancorossi), un museo della storia del Rimini calcio, e, magari, una palestra o, addirittura, degli spazi medico-sanitari ad hoc per attività di nutrizionista o ambulatoriali.

Finito qui? Neanche per sogno. Perché nel piano economico potrebbero rientrare anche alcuni eventi importanti, come partite amichevoli estive di blasonate squadre di serie A o partite della Nazionale.

Il piano alternativo

Ma se l’operazione con Aurora Immobiliare non andasse in porto? Una cosa non auspicabile, ma comunque possibile quando di mezzo ci sono interlocutori pubblici e privati. Che ne sarà a quel punto del nuovo stadio? Nessun problema, ci tengono a rassicurare dall’interno dell’amministrazione comunale. Perché, come ribadito dallo stesso sindaco Sadegholvaad nel corso dell’ultimo Consiglio comunale, il progetto stadio rientra tra le priorità della sua amministrazione. E, infatti, voci interne a Palazzo Garampi, parlano di piano B già pronto. Che prevederebbe la realizzazione dell’impianto a carico del Comune: anche in questo caso verrebbe costruito un gioiellino da 12 mila posti coperti, stile inglese, per una durata lavori di quattro anni, contro, però, i due stabiliti da Aurora Immobiliare che riconsegnerebbe lo stadio pronto per essere aperto ai tifosi già ne 2025. E la spesa che a quel punto si ritroverà a dover coprire Palazzo Garampi quale sarà? Ovviamente alta, grosso modo la stessa del privato. Che verrebbe coperta da mutui. Ma attenzione, parliamo di piano B. Mentre l’auspicio dei tifosi è quello di vedere il piano A giungere in porto il prima possibile. Con il “Romeo Neri”.

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