Rimini. Nuova moschea, musulmani d’accordo, «ma deve restare a Borgo Marina»
«Bene quello che ha detto il sindaco Sadegholvaad. Perché la moschea, così com’è, non riesce più a contenere i tanti musulmani che, in centinaia, vengono per la preghiera del venerdì». Omar Faruk, presidente del centro islamico di corso Giovanni XXIII, alza l’indice dopo l’intervento del primo cittadino di Rimini in Consiglio comunale e dà l’ok all’individuazione di un sito alternativo. «Ho letto che il sindaco vorrebbe creare un gruppo di lavoro trasversale, che si occupi di reperire un immobile più spazioso e in un luogo diverso dall’attuale. Siamo d’accordo, anche che ci siano forze politiche diverse, ma ad un patto: la moschea deve restare a Borgo Marina, se non a corso Giovanni XXIII, magari in via Gambalunga. Ma sempre nel quartiere, perché la nostra comunità vuole disporre di un luogo di preghiera vicino, in particolare i più anziani che si spostano per la gran parte a piedi».
E questo non va proprio a braccetto con quanto dichiarato dal capogruppo di Fratelli d’Italia ieri: «Ritengo indispensabile che il trasferimento della Moschea sia fatto in una zona della città e in un immobile compatibili con il rispetto delle norme del Rue, igienico-sanitarie e di sicurezza». Norme che rifacendosi a quanto contenuto nel Regolamento urbanistico edilizio, individuerebbero zone cittadine destinate al culto, non proprio vicine a Borgo Marina.
Glissa, per il momento, Mohamed Hammar, presidente dei Giovani musulmani di Rimini: «Ci auguriamo che dopo 20 anni, si arrivi presto ad una soluzione al problema della Moschea di corso Giovanni XXIII. Per questo esprimiamo profondo apprezzamento per la disponibilità dimostrata dal sindaco nel voler trovare una nuova sede». Affinché il centro diventi non solo luogo di culto, va detto che il venerdì, giorno di preghiera, saranno almeno 400 gli islamici che nei due turni si riversano al suo interno, ma anche punto di incontro e di confronto. Sottolinea Hammar: «Nella proposta Sadegholvaad vediamo un segnale importante. Che oltre a garantire, speriamo al più presto, uno spazio religioso dignitoso possa anche determinare la nascita di un luogo di incontro e di confronto, aperto non solo ai musulmani ma anche a tutti i cittadini riminesi». Per arrivare così a quell’integrazione tanto auspicata dalla politica, ma mai veramente decollata. Conclude il presidente Hammar: «Come giovani musulmani di seconda generazione, nati e cresciuti in Italia, ci mettiamo a disposizione per poter migliorare l’integrazione e l’inclusione della comunità musulmana riminese e in particolare di quella bengalese di Borgo Marina».