"Italo", l'ultima fermata

Rimini

RIMINI. “Italo non ci lasciare”. L’appello di Vincenzo Mirra è chiaro. Ieri il convoglio rosso ha fatto tappa a Rimini per l’ultima volta. Per l’occasione sono state raccolte lettere di stima: non è un addio, ma un arrivederci.

Il fatto. L’ultima fermata di “Italo” a Rimini non è certo una sorpresa: si sa da tempo. A tal punto che su “Facebook” è nata una pagina dedicata (Ridateci Italo) che ha raccolto quasi seimila mi piace.

Bene. Per l’occasione è partita una sorta di campagna di sensibilizzazione che punta al cuore dei vertici Ntv. In poche parole: non toglieteci il convoglio rosso con il “leprotto”. Così a ogni fermata dell’ultima tratta da Ancona a Bologna, è stato organizzato un flash mob al termine del quale al personale di “Italo” è stata consegnata una scatola piena di lettere e raccomandazioni: restate con noi.

Italo ti scrivo. Carlotta e Mariligia sono le due “postine” pronte a trasferire al personale di Italo la scatola con le lettere degli ammiratori. Il convoglio atteso ieri a Rimini è l’Av 9993 in arrivo da Pesaro e diretto a Milano: delle 12 e 45.

Nel frattempo sulla pagina Facebook vengono caricati selfie di persone a bordo in occasione dell’ultimo viaggio on Italo. Arriva e parte puntualissimo. C’è giusto il tempo per mettere insieme qualche raccomandazione in più, far salire a bordo il box rosso natalizio, un paio di scatti ricordo e via verso Bologna.

Italo lascia Rimini e (per ora) non si ferma più, viaggia verso linee più redditizie. Agli “orfani” del “leprotto” non resta che sperare sia solo un arrivederci e nel frattempo scrivono su fogli bianchi perchè Italo non deve lasciare Rimini. «Comodo, veloce, puntuale». «Vogliamo la libera concorrenza». «Siamo contrari ai monopoli».

La sorpresa. Puntuale come un treno svizzero, anche se non atteso, l’ex assessore alla mobilità Vincenzo Mirra, spunta dal sottopassaggio con un cartello assolutamente a tema: Italo non ci lasciare. Viene accolto come un eroe. Le “battaglie” con l’ex numero uno di Trenitalia Mauro Moretti, sull’Alta velocità che ignorava la riviera, sono lontane e ormai seppellite. Ora c’è questa “sciagura” da metabolizzare, soprattutto alla luce dei rospi mandati giù quando Italo voleva fare tappa a Rimini, ma non era possibile per quella banchina più bassa di trenta centimetri. «Un milione di euro hanno speso quelli di Ntv. E ora fine, non è servito a nulla. Sono molto dispiaciuto, mi commuove vedere Italo che va via e non si ferma più. Speriamo sia solo momentaneo, Rimini non può restare fuori dall’Alta velocità».

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