"Lavoro nero", gli alberghi nel mirino

Rimini

RIMINI. Gli alberghi nel mirino dei carabinieri del lavoro, impegnati anche nell’ultima settimana di agosto, in ispezioni e controlli per accertare il rispetto delle condizioni di sicurezza e salute di clienti e dipendenti, oltre che per rilevare eventuali situazioni di lavoro sommerso. Un compito d’istituto, ma che ha anche un valore di monitoraggio e verifica riguardo agli aspetti investigativi legate all’inchiesta sulla presunta esistenza di un “cartello” a spese dei lavoratori stagionali, che prende di mira “mediatori” e reclutatori di mano d’opera all’estero. Una raccolta di informazioni che potrà risultare utile al momento di tirare le conclusioni dell’indagine, coordinata dal pm Davide Ercolani. Indagine che, già nella nella scorsa primavera, si era guadagnata l’attenzione del notiziario satirico televisivo Striscia la notizia e le imbarazzate repliche di chi era stato chiamato in causa.

Il quadro dell’ennesima serie di controlli è la conferma a una situazione ormai note e non necessariamente legata soltanto alla crisi: i dipendenti sono costretti a farsi in quattro e anche se non si può parlare di “sfruttamento” vero e proprio, di certo l’elisione delle normative esistenti e la riduzione dei diritti dei lavoratori appare più la regola che l’eccezione.

Al termine delle attività di verifica sono stati elevati verbali da parte dei carabinieri per oltre ottomila euro e denunciati due titolari per aver omesso, tra l’altro, di sottoporre a visita medica pre-assuntiva obbligatoria i dipendenti. Altre violazioni accertate riguardano il rispetto del monte ore settimanale previsto dal contratto e la mancata fruizione del giorno di riposo da parte di lavoratore minorenne. Si tratta di un sedicenne, che però aveva regolarmente compiuto il ciclo di studi, assunto in un hotel di Miramare. Un occhio particolare, da parte dell’Arma, è riservato proprio alla tutela del lavoro minorile che, con l’attuale congiuntura economica, corre il rischio di innestarsi come robusto supporto a buon mercato per le principali attività produttive della provincia, incrementando il lavoro nero. In altri casi sono venute alla luce assunzioni omesse o registrate tardivamente, per ridurre i costi previdenziali. Nel caso in questione è stato riscontrato un recupero contributivo di alcune migliaia di euro. Ulteriori accertamenti sono in corso sulla presenza e la segnalazione di impianti di videosorveglianza sul luogo di lavoro.

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