"Mega antenna deturpa l’Arco d’Augusto". Polemica sullo sfregio a uno dei simboli di Rimini
I controlli di Arpae
Ricordiamo infatti che si tratta di un ripetitore che comunque rispetta le leggi e, in base ai controlli dell’Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente, non supera i limiti di inquinamento previsti. Anche gli ultimi effettuati hanno dato esito positivo: il monitoraggio in continuo fatto il 6 giugno scorso ha rilevato 4,5 volt-metro; il monitoraggio in continuo di luglio ha evidenziato un valore di 5 volt-metro. Il limite fissato per legge è invece quello di 6 volt metro. Tra l’altro, continua Renzi nella nota inviata, «il Regolamento comunale per il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti per la telefonia mobile approvato nel 2010, sarebbe superato da una legge successiva e permissiva».
Parere favorevole contestato
Ad escludere i Comuni sulle decisioni in merito alle antenne sono in particolare delle sentenze del Tar e del Consiglio di Stato che indicano come le antenne telefoniche siano «compatibili con qualsiasi destinazione urbanistica». Ed è quindi «lo Stato a dover stabilire gli obiettivi di qualità per questo tipo di impianti, garantendo la copertura del servizio telefonico mobile a tutta la popolazione». Il consigliere di FdI lamenta quindi che «per lo spostamento opportuno della antenna da sopra l’edificio delle poste, purtroppo, non bastano le ragioni di interesse storico, ambientale, paesaggistico». Resta però il fatto che «non essendoci la “minimizzazione dell’impatto visivo”, è incomprensibile come la Soprintendenza ai beni culturali e paesaggistici abbia potuto dare il parere favorevole a questa forma e dimensione dell’impianto in questo contesto monumentale». Ecco perché il consigliere chiede che il Comune «solleciti il gestore verso questa soluzione nel contesto delle autorizzazioni richieste per nuove installazioni».