Catturato in Spagna "Igor il russo". La vedova Chianese: voglio la verità
L’arresto in Spagna
Igor è stato preso giovedì notte in Spagna durante una sparatoria nella zona di El Ventorrillo, compresa tra le città di Terruel in Andorra e Albalete del Arzobispo, al termine del quale sono morte tre persone. Il latitante serbo si è arreso dopo essere finito fuori strada in auto durante la fuga. La Procura della Repubblica di Bologna, coordinando i carabinieri del Ros e del comando provinciale di Bologna e Ferrara, aveva da tempo avviato un'attività di indagine con rogatorie in Spagna, avendo trovato riscontri sulla presenza del ricercato, di origine serba. Altre indagini sono state fatte proprio in Serbia, in Austria e Francia, con trasferte degli investigatori, di concerto anche con le autorità di polizia spagnole. Al momento della cattura, Igor il russo era «vestito in uniforme e pesantemente armato» con le armi rubate agli agenti della Guardia Civil uccisi in una sparatoria.
Norbert Feher, vero nome di Igor, era ricercato per gli omicidi del barista Davide Fabbri (avvenuto la sera del primo aprile a Riccardina di Budrio durante un tentativo di rapina) e della guardia ecologica volontaria Valerio Verri (assassinato una settimana dopo a Portomaggiore durante un controllo antibracconaggio nel quale era rimasto gravemente ferito il compagno di pattuglia, la guardia provinciale Marco Ravaglia).
L’assassinio di Chianese
La guardia giurata venne ritrovato uccisa da un colpo di fucile calibro 21 (da cacciatore) sparato al volto. Un altro colpo mandò in frantumi il lunotto posteriore della sua auto di servizio, impegnata quella notte in un controllo di routine alla Cava Manzona. Era ancora agonizzante quando l’omicida gli sfilò la pistola e il portafogli. Un delitto inspiegabile per gli inquirenti, anche perché nella vita di Salvatore non c’erano ombre tali da poterli indirizzare verso un movente forte. Ma non c’è solo quel fucile da caccia a collegare l’omicidio di Chianese a quello, accertato, compiuto da Igor a Budrio. È stato infatti accertato il passaggio del serbo nei territori teatro del delitto. Igor sarebbe stato fermato dalle forze dell’ordine almeno sei o sette volte tra il Ravennate e il Cervese durante controlli eseguiti dopo la sua uscita dal carcere nel 2015, in un periodo in cui nei suoi confronti non c’erano ordini di cattura. E così quell’uomo visto vagare in tuta mimetica in territori di campagna veniva lasciato andare dalla pattuglia di turno. Il dato conferma una familiarità tra Igor e la Romagna, tra l’altro sempre in zone battute da cacciatori.