Vasco Errani si chiama fuori:«Non sarò sindaco di Ravenna»
RAVENNA. Non lascia passare 24 ore Vasco Errani per smentire le voci che lo vogliono in corsa per le comunali 2016 opposto a Filippo Brandolini, mentre il segretario provinciale del Pd Michele De Pascale non ci sta ad avallare l’immagine di un partito chiuso nelle segrete stanze, diviso sul nome da candidare. L’investitura di Filippo Brandolini, presidente di Herambiente, arriva ultima in ordine di tempo, ma più credibile di altre. Intanto Errani usa i social network e in poche righe fuga ogni dubbio, mentre è atteso per giugno il pronunciamento della Cassazione sulla condanna in appello per il caso Terremerse. «Leggo ancora una volta - scrive l’ex presidente della Regione - ipotesi fantasiose su una mia candidatura a sindaco di Ravenna. A questo punto è bene fare chiarezza. E’ una eventualità destituita di fondamento alla quale non sono in alcun modo interessato, come ho già ripetuto a molti e da molte settimane. Vorrei sperare che ora questo chiacchiericcio pretestuoso abbia termine». Toni netti che rimbalzano anche nelle parole del segretario provinciale Michele De Pascale che esclude categoricamente il coinvolgimento di Errani nella corsa per palazzo Merlato. Quanto poi ai ventilati scontri generazionali in atto, con i trentenni pronti ad assumere un ruolo da protagonisti, De Pascale sorride: «In Italia fino a 50 anni si è giovani, non credo si possa parlare di scontri generazionali. Posso solo dire che nel partito c’è una generazione nuova che sta lavorando a un programma partecipato per il futuro della città a prescindere dai nomi. Il timore è che si trasmetta un’idea sbagliata ai cittadini, come se i giochi fossero fatti. E se qualcuno pensa di mettere le lancette dell’orologio indietro per trattare le tante questioni nella pura dialettica interna, si sbaglia. Il dibattito è aperto, siamo in una fase nuova nella quale divisioni o convergenze maturano sulle proposte in campo». Per il dopo Matteucci tanti sono i temi da affrontare e l’elenco di De Pascale è presto fatto, a partire dal porto: «La città si aspetta dal Pd che indichi come attirare nuove imprese e investimenti. Sulla sanità dobbiamo capire la vocazione di Ravenna all’interno dell’area vasta e quindi individuare quali specialità devono gravitare sull’ospedale cittadino e come devono crescere la medicina territoriale e le case della salute. Poi c’è il turismo. La Capitale europea 2019 poteva essere una grande occasione, ora dobbiamo mettere in campo strumenti per aumentare i flussi turistici e infine le infrastrutture. Questi sono i temi di discussione nei prossimi mesi, non il toto nomi». Per certo fino a giugno il nome di Errani non sarà disponibile; il problema potrebbe porsi in seguito, nel caso il partito non trovasse la sintesi su un nome condiviso. Fra le candidature si vocifera anche di De Pascale: «Sì lo so, nell’ultimo anno sono stato candidato a tutte le consultazioni, di nomi se ne fanno tanti e sono tutti di valore, ripeto ancora una volta è sbagliato partire da lì». (c.b.)