Quarto d'ora accademico o solo ritardo?

Il quarto d’ora accademico è un termine mutuato dal linguaggio universitario. In molti atenei di molti stati (non in tutti) è una tradizione che consente di iniziare le lezioni universitarie un quarto d’ora dopo l’orario stabilito in calendario, per permettere agli studenti di spostarsi da un’aula all’altra. Un motivo valido nei campus universitari (soprattutto in quelli molto estesi) ma che non trova giustificazione nella vita reale. Il quarto d’ora accademico (preferisco chiamarlo più volgarmente “il ritardo di un quarto d’ora”) nella vita reale fa perdere un quarto d’ora alla persona che ci sta aspettando all’orario fissato per l’appuntamento. Ma si sta talmente radicando da farci quasi vergognare di essere puntuali oppure in anticipo ad un appuntamento. «Ma come, è già qui?» è la frase che capita di sentire quando ci si presenta ad un appuntamento con 5 minuti di anticipo. Eppure essere puntuali o in anticipo sarebbe solo una forma di rispetto verso la persona con cui ci si deve incontrare; non una colpa. In fondo però forse non vale neanche la pena stare a discutere tanto di solo un quarto d’ora di ritardo, cosa volete che sia... Già, cosa volete che sia! Facendo una stima al ribasso, calcolando per semplicità un appuntamento di qualsiasi tipo a settimana, visto che cerco sempre di essere puntuale in un mese “perdo” un’ora del mio tempo. E’ ancora poco, vero? Beh, con questa stima vuol dire che negli ultimi venti anni ho trascorso ben 10 giorni interi solo ad aspettare le persone che arrivavano agli appuntamenti con il loro “solo” quarto d’ora di ritardo...