Casa a luci rosse in pieno centro. Arrestata 43enne. Appena una settimana fa in manette un'altra 39enne
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Prestanome per casa e utenze
La donna cinese è stata arrestata martedì pomeriggio quando gli investigatori della Squadra mobile, diretti dal dirigente Mario Paternoster e coordinati dal sostituto procuratore Laura Brunelli, hanno avuto la certezza che la straniera era fisicamente a Forlì. La donna, in possesso di permesso di soggiorno e in attesa di rinnovo dalla Questura di Treviso, gestiva, infatti, l’attività dalla città dove vive. Era stata lei, attraverso alcuni prestanome, ad affittare l’appartamento in centro dove sono state trovate le altre due cinesi, e sempre attraverso prestanome aveva le utenze telefoniche reclamizzate su siti internet specializzati in incontri, con le quali era contattata da potenziali clienti che indirizzava in città, negoziando il pagamento delle prestazioni sessuali rese dalle connazionali.
Il blitz
Dopo una serie di servizi di appostamento, gli uomini della Squadra mobile hanno potuto registrare il via vai di clienti, attendendo l’arrivo della 43enne che ritenevano gestire tutta l’organizzazione. Così quando martedì è stata notata entrare nella casa del centro di Forlì, hanno capito che era arrivato il momento di intervenire. All’interno c’era anche una seconda cinese che si prostituiva, 43enne, che aveva appena ricevuto un cliente. Nella casa sono stati sequestrati profilattici, utenze telefoniche indicate negli annunci e la somma di denaro di 4.600 euro che si sospetta sia provento dell’attività della prostituzione.
I provvedimenti
La cinese arrestata per sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina è stata portata in carcere in attesa dell’udienza di convalida, mentre le due donne sorprese a prostituirsi sono risultate irregolari sul territorio italiano, denunciate per violazione delle norme e allontanate dall’Italia. Durante le indagini è stato deferito in stato di libertà per concorso nei delitti, un cittadino cinese di 42 anni, residente nella provincia di Bologna, per aver prestato nella fase iniziale dell’attività illecita un supporto relativamente all’unità immobiliare presa a Forlì.