In una storia fatta di uomini, le scandalose donne riminesi

Nel libro La riminese appena pubblicato da Interno4 Edizioni, Meldini unisce venti ritratti di donne riminesi, a partire dall’età romana fino ad arrivare alla Seconda guerra mondiale. Una sorta di antologia che raccoglie, spiega e commenta testi di storici illustri accanto a quelli di modesti cronisti locali, racconti di grandi scrittori o di oscuri letterati, manoscritti inediti, diari privati o confessioni intime. La prima edizione di questo libro, pubblicata da Maggioli, è del 1986. Il testo è rimasto quasi invariato: non è quindi sull’onda del #metoo o del nuovo femminismo che Meldini dedica alle donne riminesi i suoi studi di letterato, bensì la sua ricerca sul femminile risale a oltre 30 anni fa, ma non perde di attualità, anzi. Lontane secoli l’una dall’altra e differenti in tutto, queste venti riminesi sembrano avere qualcosa in comune: un filo rosso che attraversa più di duemila anni di storia e giunge fino ai nostri giorni.
Ma chi sono? «Figure archetipiche, sedimentazioni storiche di pulsioni erotiche ed aggressive, desideri e paure». Il ritratto che lo scrittore fa della donna riminese non è solo storico, ma anche antropologico e psicanalitico: arriva a definirne un’identità che è fatta di desideri e di paure (maschili) più che di pensieri e affermazioni (femminili). Ma tant’è, la storiografia, ci insegna Meldini, è quasi sempre de viris illustribus: «D’ingegno superiore al suo sesso» scrive non per caso l’anarchico Domenico Francolini sulla lapide della moglie Costanza Lettimi.
Il volume verrà presentato venerdì 1° febbraio alle 17.30 nella Sala degli Arazzi del Museo della Città di Rimini. Dialogherà con l’autore la giornalista Vera Bessone; durante la serata l’attrice Giorgia Penzo leggerà e interpreterà dal vivo alcuni brani tratti dal libro.