"Christmas songs", il potere della musica d'Oltreoceano ci salverà
Venerdì 22 a teatro
Per chi volesse scaldarsi al camino delle loro note, l’appuntamento con il Grinchmas carol dei Nashville è per venerdì alle 21 al Teatro degli Atti di Rimini.
«Uno spettacolo costruito – spiega Marcello Dolci – sulle tracce dell’album, non il classico concerto di Natale; ci siamo ispirati al libro Il Grinch di Dr. Seuss, una creatura che odia il Natale e vuole rovinarcelo, ma il potere della musica ci salverà. Per questo sul palco ci sarà anche l’attore Mirco Gennari, insieme a Fabrizio Flisi alla fisarmonica e ad alcuni ospiti che hanno lavorato sul disco».
Il repertorio natalizio è sterminato, come sono stati scelti i brani?
«Da anni ascolto il repertorio natalizio d’Oltreoceano, non solo quello più tradizionale, grazie ai suggerimenti del mio amico Massimiliano Manduchi. È stata una scelta tutt’altro che banale, visto che abbiamo tralasciato volutamente i classici come “Jingle bells” e “White Christmas”, inserendo sia brani di origine religiosa che canzoni più profane. Nel disco ci sono dodici tracce, undici cover, tra cui brani di Joni Mitchell, The Band, Jose Feliciano, Merle Haggard, e un inedito».
Avete privilegiato l’aspetto filologico o quello più personale?
«Abbiamo privilegiato i brani che a livello sonoro rientravano di più nel nostro mondo musicale, i più adatti a una nostra interpretazione, al punto che, se non conosci gli originali, possono sembrarti brani composti da noi».
Qual è il messaggio dei testi che avete selezionato?
«Sui testi la scelta è stata molto eterogenea. Non solo quelli religiosi, ma anche la solitudine che il periodo delle feste amplifica (“River”), l’opulenza del pranzo di Natale (“Jingle belly Christmas”), il consumismo materialista (“If we make it through december”), abbiamo anche scelto di includere due brani strumentali per evocare meglio l’atmosfera del Natale».
Il disco di Natale è più un “divertissement” o fa parte integrante del vostro percorso artistico?
«In America tutte le band fanno il disco di Natale e, visto che ci ispiriamo al country americano, ci è sembrata una sfida interessante anche per noi. L’abbiamo registrato durante l’estate tra un concerto e l’altro, ma ci siamo accorti che quello che stava prendendo forma era un progetto ben più articolato e concreto. Il prodotto finale è sì un album di Natale destinato ad essere ascoltato durante le feste ma per noi è anche una ulteriore prova di arrangiamento e registrazione, anche perché abbiamo fatto tutto in casa; il risultato è qualcosa che sentiamo nostro a tutti gli effetti».