Abuso edilizio, tutti assolti
CESENA. Tutti assolti perché il fatto non sussiste. Si è concluso con un buco nell’acqua il processo che riguardava un presunto abuso edilizio - a questo punto mai commesso - in una casa nelle colline cesenati. Ma la particolarità è che tra gli indagati c’era anche un sindaco in carica - Filippo Giovannini di Savignano - chiamato in causa per la sua attività professionale di ingegnere parecchio tempo prima che scendesse in campo e vincesse le elezioni.
I controlli furono eseguiti nel 2012 dalla sezione di Mercato Saraceno della forestale in un edificio in via Gallo a Borello. L’intervento era stato realizzato anni prima e risalirebbe al 2009. Al momento del controllo furono contestati come abusivi (per assenza di autorizzazione sismica e perché in contrasto con le norme di attuazione del Prg, in zona agricola) un deposito di attrezzi con tettoia di 67 metri quadrati, una sauna di 14 metri, una vasca per bambini, una tettoia in legno tamponata di 14 metri, tre vani “wc e ripostiglio” ricavati sotto una piscina autorizzata, una scala esterna in legno e la copertura della struttura che a sua volta ricopre la piscina della villa, perché realizzata prima del permesso di costruire.
Il processo si è quindi aperto per i proprietari della villa Maurizio Borghetti e Monica Matassoni; il direttore dei lavori architettonici Gabriele Borghetti, ex consigliere provinciale del Pd; i direttore dei lavori strutturali Filippo Giovannini e il socio di studio Marco Nori; i titolari delle imprese esecutrici dei lavori, la F.lli Marino Costruzioni e la Oxo Structure.
A Savignano si scatenò anche un polverone politico, con l’opposizione che chiedeva trasparenza e chiarimenti.
Adesso il primo cittadino - al pari degli altri imputati assolti - è soddisfatto. «Anche se sono sempre stato sereno - racconta Giovannini - Sapevo di poter stare tranquillo e ho sempre avuto piena fiducia nel lavoro dei magistrati».
Fiducia che espresse fin dalle prime dichiarazioni il primo cittadino, che nella vicenda tecnica era stato accusato per solo una parte degli abusi (la parte strutturale di una copertura in legno), che poi non sono stati riconosciuti come tali.
Iacopo Baiardi