Lettera anonima su Cristina
CESENA. Una lettera che, per ora, ha provocato soltanto dolore ai parenti di Cristina Golinucci, la ragazza di Ronta scomparsa nel nulla il 1° settembre del 1992, della quale si è ritrovata soltanto l’auto: posteggiata nel convento dei frati cappuccini a due passi dall’appuntamento che la giovane aveva con il suo padre confessore.
Una busta bianca senza indirizzo e senza mittente. Con all’interno un foglio altrettanto bianco e scritto da una persona che non si è presentata ai parenti della giovane scomparsa. Ma che ha preferito gettare un “sasso nello stagno” senza essere riconosciuto (o riconosciuta).
La lettera è stata depositata a mano lunedì nella buchetta della posta della sorella di Cristina Golinucci e di suo marito. I parenti della Golinucci l’hanno letta. Poi l’hanno subito consegnata alla madre di Cristina, Marisa Degli Angeli, che da anni lotta per arrivare alla verità su sua figlia.
«Il primo settembre ricorre il 23° anniversario della scomparsa di mia figlia - dice mamma Marisa - ed è in questo contesto che un anonimo ha voluto descrivere una sorta di brutale rapimento di mia figlia».
Lo scritto si spinge in dettagli molto duri, soprattutto agli occhi di una madre, ma non solo a quelli. Teorizza che una sorta di spasimante di Cristina Golinucci l’abbia rapita assieme ad altri, stuprata e poi uccisa, lontano dal convento e da quel parcheggio con la 500 color carta da zucchero posteggiata, simbolo a Cesena da più di 20 anni del dolore per la scomparsa di Cristina Golinucci.
La lettera sembra ad ora più che altro il gesto di un mitomane, la cui attendibilità sfiora lo zero agli occhi degli investigatori.
La missiva però è stata consegnata in Commissariato di polizia. Gli agenti sono al lavoro per cercare di rintracciare eventualmente, tramite un’impronta digitale lasciata, chi sia ad aver scritto, imbustato ed imbucato la lettera.
«La lettera - prosegue Marisa Degli Angeli - non dà alcun aiuto per trovare i resti di mia figlia».
C’è anche un appello da parte di mamma Marisa: «Signor anonimo: ciò che ha scritto mi fa molto male. Non nascondo che quella che lei formula è una delle tante ipotesi che anch’io ho sempre pensato, la più dolorosa per una mamma, ma plausibile per la scomparsa di Cristina. Aspetto da sempre lettere anonime: ma che dicano almeno dove posso trovare i suoi resti o capire esattamente ciò che è successo. Ha avuto il coraggio di passare da casa di mia figlia, e non quello di suonare il campanello. Io però vorrei conoscerla: lei sa dove abito... Io la accoglierò a bracia aperte e ascolterò tutto quello che sa e che mi può dire».