Metromare, riunione in prefettura. Giannini: “Puntiamo ai fondi Pnrr ma c’è il piano B”

Rimini

Un brutto inciampo per il Metromare Stazione-Fiera. Finito nel bel mezzo di un contenzioso tra Patrimonio mobilità Rimini, la stazione committente, e Italiana Costruzioni Infrastrutture, l’impresa vincitrice del bando. Con la prima che, «per violazioni delle norme sugli appalti pubblici e delle clausole contrattuali», ha proceduto alla risoluzione del contratto d’appalto. E con la seconda che si è vista recapitare dalla società proprietaria delle reti infrastrutturali del trasporto pubblico locale una richiesta di risarcimento danni. «E adesso sotto con la seconda classificata alla gara d’appalto, perché non c’è altro tempo da perdere», ha sottolineato ieri l’amministratore unico di Pmr, Stefano Giannini, appena uscito dalla Prefettura al termine della call col ministero dei Lavori Pubblici.

Avvocato, fondi del Pnrr persi?

«Non è detto».

Perché?

«Intanto, Pmr non è responsabile di quanto accaduto, nel senso che non c’è stata alcuna noistra negligenza. E poi, come era già emerso una settimana fa durante un incontro al Ministero dei Lavori pubblici e come ribadito, anche oggi (ieri, ndr), durante l’interlocuzione in Prefettura coi dirigenti romani, si potrebbe prefigurare la richiesta di una proroga dei tempi».

Si riferisce all’obbligo di dover terminare l’opera entro giugno 2026 per non perdere i 60 milioni dei fondi Pnrr?

«Proprio così. In Italia sono molti i progetti che rischiano di sforare quel termine nonostante gli Enti titolari non ne siano responsabili. Ci sono, ad esempio, opere ferme per via di reperti archeologici affiorati che hanno bloccato i lavori. Ce ne sono altre a rischio per la presenza di amianto da rimuovere. Insomma, non siamo soli in questa condizione. Vediamo cosa accadrà, ma contiamo nell’intervento, con richiesta di proroga, del Ministero presso il commissario europeo al Pnrr, Fitto. Anche perché quella data, giugno 2026, non potrà mai essere rispettata».

E se la proroga non arrivasse?

«Vorrà dire che ci muoveremo in un altro modo».

Come? Avete un piano B?

«Sì. Parliamo dei fondi statali, ancora attivi, che avevamo chiesto nel 2020 prima di convergere verso il Pnrr. Si tratta di 55 milioni di euro di finanziamento che potremmo riattivare».

Avvocato, lei ha parlato di seconda impresa classificata, può spiegarsi meglio?

«Come da norme sugli appalti pubblici abbiamo già chiesto la disponibilità al Consorzio Integra, secondo classificato alla gara d’appalto, che avrà 15 giorni di tempo per risponderci: insomma entro novembre. Se arriverà l’ok partirà l’iter di affidamento, che prevede 140 giorni entro i quali l’impresa dovrà redigere i progetti definitivo ed esecutivo, che unificheremo per velocizzare i tempi. Tutto questo per far partire i lavori entro marzo, aprile, del 2025. Ma attenzione, l’impresa dovrà rispettare l’importo offerto in fase di gara e non aumentato, come invece accaduto con Ici che ci ha presentato, per la parte strutturale dell’opera, un computo estimativo di circa il 50% superiore: dai 28,5 milioni iniziali a 42 milioni».

Un anno perso quindi...

«Purtroppo sì. Ma, ribadisco, non per colpa nostra. Comunque, se tutto andrà senza altri intoppi il tratto di metromare Stazione-Fiera sarà operativo entro giugno 2027».

Giannini, per il tratto di metromare Riccione-Cattolica, invece, com’è la situazione?

«Auspichiamo di poter fare il bando già a gennaio 2025, per un costo dell’opera di 50 milioni di euro, che pensiamo di poter attingere dai fondi statali, non legati al Pnrr stavolta. Comunque prima di poter parlare di inizio lavori dovranno passare almeno due anni legati all’iter burocratico».

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