Legacoop Romagna abbandona X: “Non soddisfa gli standard minimi di controllo”

  • 14 novembre 2024

In una nota Legacoop Romagna ha deciso di chiudere il proprio account su X. La cancellazione avverrà immediatamente dopo che sarà completata la procedura di disattivazione, che prevede un periodo di 30 giorni imposto dalla piattaforma. L’account era attivo da giugno 2012. La presenza su X (all’epoca Twitter) fu dapprima legata al solo territorio provinciale di Forlì-Cesena e venne quindi estesa a tutta l’area vasta nel 2014. Nel complesso in questi 12 anni sono stati pubblicati più di 5.600 “tweet”.

Gli oltre duemila follower di Legacoop Romagna su X sono stati informati con un ultimo post, che li invita a seguire gli aggiornamenti dell’associazione sul sito web www.legacoopromagna.it, attraverso la newsletter dedicata e sulle altre piattaforme social che vengono regolarmente aggiornate (Facebook, Instagram, Youtube, Google My Business e LinkedIn).

“La riorganizzazione della presenza social di Legacoop Romagna - si legge in una nota - era già stata prevista dal nuovo piano di comunicazione 2025. L’accelerazione è stata decisa in seguito al progressivo peggioramento del clima imposto dalla nuova proprietà guidata dal multimiliardario Elon Musk”.

«Nel giro di poco tempo - spiega il presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi - X è passato da luogo di conversazione a teatro di conflitto verbale continuo e violento. Non c’è stato un episodio specifico che ci ha convinto, semplicemente abbiamo deciso di non spendere più alcun tipo di energia per una piattaforma che non soddisfa gli standard minimi di verifica e controllo dei contenuti. Ovviamente si tratta di un piccolo gesto simbolico, che però si unisce a quelli di tante autorevolissime organizzazioni a livello mondiale, preoccupate come noi dalla deriva inquietante che i meccanismi della libertà di informazione assumono nelle mani di un piccolo gruppo di magnati miliardari che decidono i destini del mondo. Siamo convinti che questo sia contrario non solo ai principi cooperativi, ma a quelli di un sano confronto democratico».

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