La violenza sessuale a Rimini, la versione concordata tra i due giovani per screditare la ragazza

Rimini

Violenza sessuale di gruppo a Rimini ai danni di una 16enne: nella loro “ingenuità giuridica”, i due giovanissimi hanno pensato di giustificare le proprie azioni gettando discredito sulla vittima. Lo scrive la gip Ceccarelli che spiega il comportamento dei due arrestati alla luce di una sorta di immaturità affettiva e comportamentale. Di essere indagati, i due ragazzi l’hanno appreso nel mese di ottobre quando sono stati convocati in caserma dai carabinieri per qualcosa successo mesi prima. Intercettati sia al telefono che in auto, parlano spesso di come rendere una versione plausibile dei fatti a loro discolpa. Emerge anche un rapporto conflittuale con le madri, anzi è proprio con l’auto della mamma del maggiorenne che i due arrivano in Romagna per compiere atti sessuali a pagamento con la minorenne. Seguendo la vettura intestata alla donna i militari dell’Arma nei giro di qualche settimana dal fatto sono riusciti a risalire all’identità dei due ragazzi. Le figure delle due mamme sono emblematiche, perché le due donne fino al giorno dell’arresto dei figli hanno creduto senza cedimenti alla versione dei ragazzi perché concordante. Visto che i due amici raccontavano le stesse cose allora dovevano essere vere, avevano pensato. Negazione di una verità che avrebbero fatto anche quando i carabinieri leggevano loro le ipotesi di reato formulate nei confronti dei figli. Una vicenda, questa, che rientra in un allarme generalizzato negli ultimi tempi in Italia dove i giovanissimi sono sempre più spesso autori e vittime di reati contro la persona. Adolescenti stritolati da troppe sollecitazioni e spesso incapaci di autogestirsi in un ambiente dove il rispetto per le altre persone, per le donne e per i sentimenti, sono considerati solo debolezze. Giovanissimi che, scrive la gip, sono incapaci di farsi carico delle proprie responsabilità.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui