L’assessore regionale Donini: “In Emilia-Romagna mancano 4mila infermieri e gli arrivi dall’India sono un tampone, investire almeno un miliardo all’anno”
- 12 ottobre 2024
I rinforzi dall’India saranno di sicuro un aiuto. Ma è pur sempre una “soluzione tampone”. Per mettere un freno all’emorragia di infermieri dal sistema sanitario nazionale occorre un investimento strutturale pari a un miliardo di euro all’anno per aumentare le retribuzioni degli operatori a livelli europei e rendere così più attrattiva la professione. La proposta arriva dall’Emilia-Romagna, per opera dell’assessore uscente alla Sanità, Raffaele Donini, ricandidato alle prossime regionali, insieme all’aspirante governatore del centrosinistra, Michele de Pascale.
La proposta è stata presentata oggi a Bologna, insieme alla candidata dem a Ravenna Pitia Di Lorenzo, infermiera di professione. E nei prossimi giorni Donini si farà carico di portarla anche a Roma, in veste di coordinatore della commissione Salute della Conferenza delle Regioni. “Il ministro Schillaci ha detto che lavorerà per portare il Fondo sanitario nazionale al 7% del Pil - sottolinea Donini- noi chiediamo che il primo miliardo serva a questo”. In Italia, snocciola i numeri l’assessore, mancano ad oggi 65.000 infermieri, di cui 4.000 in Emilia-Romagna. Negli ultimi tre anni sono stati 15.000 i professionisti che sono ‘scappati’ all’estero, di cui un migliaio dalla regione. Ogni anno in media si laureano 14.000 studenti, ma un terzo degli iscritti al corso di scienze infermieristiche abbandona prima della laurea (circa 6.000 studenti). A conti fatti, dunque, “abbiamo 11.000 figure infermieristiche che mancano all’appello ogni anno, oltre 100.000 nei prossimi dieci anni”. La proposta del Pd emiliano-romagnolo è dunque rendere strutturale l’iniziativa già messa in campo nel periodo Covid, alzando (in qualche caso raddoppiando) le varie indennità di funzione e di ruolo per gli infermieri.
La laurea magistrale
Nella proposta di Donini e de Pascale si prevede anche di istituire la laurea magistrale in scienze infermieristiche a indirizzo clinico su sei aree: cure primarie; pediatria; salute mentale; geriatria; area critica; chirurgia. In questo modo si supererebbero “i limiti dell’attuale laurea magistrale che forma figure sostanzialmente circoscritte a ruoli dirigenziali organizzativi”. Il ministero intanto ha avviato le procedure per reperire infermieri indiani da impiegare negli ospedali italiani. “Bene come soluzione tampone - commenta Donini- ma non possiamo fermarci lì. Basta mettere dei cerotti alla sanità, bisogna pensare con respiro lungo. Così non viene aggredita la causa della mancanza di infermieri”. De Pascale aggiunge: “Il rischio è che, dopo un anno in Italia, gli infermieri indiani vedono quanto vengono pagati in Germania e se ne vanno anche loro”. Valorizzare la professione infermieristica, dunque, “non è un titolo da campagna elettorale, ma una scelta di fondo- afferma il candidato- sappiamo che è una richiesta che divide la professione medica, ma è una scelta netta e chiara”. Al punto che oltre a sostenerla a livello nazionale, promette de Pascale, “sfrutteremo ogni millimetro di spazio che ci consentono le norme vigenti per attuarla anche in Emilia-Romagna. I margini di manovra della Regione non sono molti, ma qualcosa si può fare in accordo con gli ordini professionali, le università e le aziende sanitarie”