«Io, manager del petrolio dalla Romagna a Dubai»

Incrociare Maradona che palleggia sulla spiaggia, chiacchierare di Formula uno con Jackie Stewart e cenare con vista sullo sfavillante Burj Khalifa, il grattacielo più alto al mondo con i suoi 829,80 metri. Lucio Raffaelli, 50enne riccionese, ha vissuto queste e ben altre esperienze da quando lavora nel settore petrolifero in giro per il mondo.
Ora vive tra Doha, in Qatar e Dubai, città degli Emirati Arabi, mondi paralleli che uniscono tradizione e innovazione «laddove la polizia cavalca droni e Uber arriva in elicottero».
Raffaelli, da quanto tempo è a Dubai?
«Sono arrivato a Dubai all’inizio del 2011, il Burj Khalifa, era appena stato aperto e dal 2020 ho spostato il mio centro di interessi a Doha».
Di cosa si occupa?
«Una volta conseguita la laurea in ingegneria, ho trascorso gli ultimi 25 anni nel settore petrolifero, ricoprendo varie mansioni e ruoli diversi. Al momento mi occupo di sviluppare le infrastrutture petrolifere in uno dei campi offshore del Qatar, in forza alla National Oil Company qatarina, denominata QatarEnergy».
Ha vissuto anche in altri Paesi?
«Lavorare per progetti delle infrastrutture petrolifere richiede un notevole dinamismo e una spiccata adattabilità. Nel dettaglio l’oil&gas muove tante persone e per lavorare in luoghi lontani occorre versatilità. Si viene infatti a contatto con culture e livelli sociali molto differenti tra loro. Così mi sono ritrovato a passare dei periodi lavorativi in quasi tutto il Nord Africa, Nord America, molti Paesi europei inclusa la Turchia, praticamente tutto il Middle east e in alcuni paesi del’Estremo Oriente come Cina, Malesia e Indonesia».
Mai avuto nostalgia della Romagna?
«Famiglia a parte, mi manca la sensazione di ritornare alle origini con le persone, le cose e i paesaggi in cui sono cresciuto. Anche se ormai non fanno più parte del mio quotidiano, è un flashback abbastanza romantico. In senso più materialistico, non posso tralasciare la buona tavola e qualche uscita su due ruote in collina».
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